PERCHE’ IL BIOFEEDBACK NEL TRATTAMENTO DELLA CEFALEA TENSIVA E DELL’EMICRANIA
5 MOTIVI PER SCEGLIERLO
Qualsiasi sia l’origine e la gravità, il mal di testa modifica la qualità della vita di chi lo subisce. Provare dolore ricorrente e persistente alla testa modifica le relazioni sociali, a lavoro ci si sente poco produttivi e maggiormente irritabili, in famiglia diventa difficile soddisfare tutte le aspettative e spesso ci si sente incompresi.
Il biofeedback può risolvere il problema. . .
Ma chi ne garantisce l’efficacia e la sua sicurezza? Il dolore si ripresenterà? Perché viene consigliato e qual è la sua reale convenienza? Queste sono alcune delle domande che spesso i pazienti rivolgono ai professionisti del biofeedback e alle quali proveremo a dare risposta.
1. Perché proprio il biofeedback per il trattamento dell’emicrania e della cefalea tensiva?
La retroazione biologica, detta anche biofeedback è una tecnica che ha dato prove scientifiche di considerevole efficacia sia nel trattamento della cefalea tensiva che dell’emicrania.
Questo trattamento NON farmacologico permette di controllare tutte quelle funzioni che sono strettamente legate al dolore: l’attività muscolare per quanto riguarda la cefalea tensiva e la vasodilatazione per quanto riguarda l’emicrania.
Alla base della maggior parte dei dolori cefalgici troviamo la tensione muscolare che può essere dovuta ad un’elevata intensità di stress, ansia e preoccupazioni. Il biofeedback elettromiografico (EMG), può essere anche associato a tecniche di rilassamento, la persona può imparare ad indursi uno stato di rilassamento, così da prevenire l’insorgenza del mal di testa e alleviare il dolore in maniera significativa.
Attraverso l’applicazione di piccoli elettrodi è possibile imparare a controllare e quindi a regolare, l’andamento di quei processi di cui spesso non siamo consapevoli come per esempio la respirazione, il battito cardiaco e la sudorazione. Dei segnali visivi e acustici informano la persona sulla frequenza di respirazione, sulla frequenza cardiaca e sulla conduttanza cutanea (sudorazione). Attraverso l’utilizzo di un protocollo di esercizi standardizzati si impara ad autoregolare ognuna di queste funzioni fisiologiche che governano la condizione di dolore.
2. È efficace? Ma soprattutto, è sicuro?
Le ricerche scientifiche effettuate fino ad oggi sull’utilizzo del biofeedback come terapia per il trattamento della cefalea riportano un’efficacia pari all’ 80% dei casi trattati (sherman, 2012).
Questa forte base scientifica ha permesso al Biofeedback di ottenere la raccomandazione delle principali società internazionali che studiano questo tipo di problematica.
L’ American Academy of Neurology, l’American headache Society, la Federation of European Neuroscience Societies e la Società Italiana per lo studio delle Cefalee, mettono il biofeedback ai primi posti all’interno delle linee guida internazionali per il trattamento non farmacologico dell’emicrania.
La sicurezza del biofeedback è garantita! non è una tecnica invasiva, si tratta infatti dell’applicazione piccoli sensori per la sola registrazione delle informazioni in uscita, nessuno scambio avviene tra tessuti e sensori.
3. Quanto dura?
Il biofeedback è un trattamento a termine, infatti nell’ 80% dei casi si ha la remissione della sintomatologia già alla conclusione del primo protocollo di somministrazione.
In particolare, al centro Phoenix è previsto un training di 10/15 sessioni, accompagnato da un monitoraggio della sintomatologia in itinere e al termine dell’intervento per valutare il raggiungimento dei risultati.
4. Qual è la sua reale convenienza?
Particolarmente indicato in persone che presentano resistenza al farmaco, donne in gravidanza o per chiunque voglia sperimentare una tecnica non farmacologica, va ad agire direttamente sul sintomo, producendo un miglioramento veloce ed efficace.
Una tecnica conveniente attraverso la quale la persona ha effettivamente un ruolo attivo, impara a gestire i propri stati interni ed a usare queste tecniche al momento del bisogno, riducendo al minimo la dispersione di tempo e denaro.
5. Quali cambiamenti avvengono?
Imparare a controllare i propri stati fisiologici rende la persona maggiormente consapevole dell’interazione esistente tra stati interni e ambiente circostante, l’eliminazione del dolore provato fino ad ora comporta un cambiamento positivo e istantaneo dell’umore, comporta inoltre una gestione più soddisfacente delle situazioni di vita stressanti.
Risolvere il mal di testa permette di svolgere con più naturalezza tutte quelle attività della vita quotidiana che erano diventate ormai pesati, consentendo così di aprirsi a nuove opportunità.
Scoprire di essere efficaci e quindi di poter controllare e modificare alcuni stati interni che sono all’apparenza inconsapevoli restituisce la padronanza necessaria ad affrontare con maggiore sicurezza e positività situazioni difficili.