Come cambia la personalità di una persona dopo un trauma cranico o un ictus: comprendere per sapere cosa fare.

La “cerebrolesione acquisita” è una patologia cerebrale di origine traumatica o comunque di natura tale da determinare menomazioni senso-motorie, cognitive e comportamentali che danno luogo a disabilità significative.

Quali sono le cause della cerebrolesione acquisita?

Le cause maggiori delle lesioni cerebrali acquisite sono traumi cranio-encefalici e ictus, le quali sono spesso causa di modificazioni di tipo comportamentale, anche quando le conseguenze sono esigue sul piano fisico e cognitivo.

Tali disturbi possono manifestarsi immediatamente dopo il trauma o a distanza di tempo, e permanere per lunghissimi periodi. Questi comportamenti determinano numerosi problemi di ordine personale e sociale, limitando la reintegrazione nella famiglia, nella società e nell’ambiente lavorativo.

Inoltre, in questi casi non sono solo i pazienti ad essere influenzati dall’evento traumatico: i familiari lamentano spesso come i propri cari abbiano avuto un cambiamento sostanziale della personalità dopo l’evento traumatico, non riconoscendone comportamenti e atteggiamenti.

Spesso i tratti tipici del carattere del paziente sembrano essere accentuati, oppure si assiste a eccessiva irritabilità, a volte anche aggressività (verbale e/o fisica), o al contrario, a totale disinteresse per la vita familiare e lavorativa.

I cambiamenti nella personalità del paziente in genere conseguono per lo più a una lesione delle aree frontali del cervello e delle loro connessioni con le altre strutture cerebrali. Lesioni in queste aree possono provocare, con diversi gradi di gravità:

  • apatia;
  • irritabilità;
  • impulsività;
  • comportamento sociale inappropriato;
  • disinibizione;
  • mancanza di motivazione;
  • distraibilità;
  • affettività superficiale;
  • difficoltà nella comprensione delle emozioni e del punto di vista altrui;
  • difficoltà a comprendere le conseguenze delle proprie azioni;
  • difficoltà nella gestione di situazioni nuove.

Nei casi più gravi si può assistere a:

  • trascuratezza nell’aspetto e nell’igiene;
  • alimentazione disordinata;
  • abuso di alcol e droghe.

I cambiamenti citati oltre a influenzare notevolmente la vita del paziente, sono nella maggior parte dei casi motivo di preoccupazione e disagio per l’intero nucleo familiare dello stesso.

Cosa si può fare allora per affrontare la cerebrolesione acquisita?

La neuropsicologia dispone di strumenti specifici per la valutazione di questi aspetti comportamentali. Si tratta di prove complesse, utilizzate in aggiunta all’osservazione clinica e alla valutazione neuropsicologica delle funzioni cognitive, che possono individuare cambiamenti anche molto fini nel comportamento del paziente.

Se la valutazione neuropsicologica effettuata su pazienti con ictus o trauma cranico rileva cambiamenti di personalità, è necessario adottare un trattamento di riabilitazione specifico, all’interno del quale è preferibile che l’individuo venga aiutato nel selezionare stili di vita appropriati al suo funzionamento e nell’apprendere strategie per organizzare questi stili di vita in modo tale da sfruttare al meglio le proprie abilità residue.

Il lavoro col paziente può essere quindi focalizzato sul miglioramento delle abilità quotidiane, incluse le abilità sociali, e sulla riqualificazione di quei disturbi cognitivi, percettivi o motori che interferiscono con le interazioni sociali del paziente stesso, con la sua efficienza e il suo senso di appagamento.

In questi casi, oltre ad essere fornite strategie e supporto al paziente, è preferibile coinvolgere nel programma riabilitativo anche i familiari dello stesso, i quali rappresentano la risorsa più importante per una buona riuscita della riabilitazione. Un motivo in più che evidenzia l’importanza del coinvolgimento del nucleo familiare del paziente è dato dal fatto che è ampiamente documentato come, se ai familiari non viene dato un ausilio opportuno per la gestione dei comportamenti problematici del paziente, essi stessi possano rischiare di incorrere in depressione o essere incapaci nel provvedere alle cure necessarie del congiunto.

 

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