Come Combattere la Depressione

Le statistiche dimostrano che almeno una persona su due a un certo punto della vita ha sofferto di depressione, ma fortunatamente si tratta di una situazione che si può affrontare e risolvere.

Se nei mesi passati ti sei sentito giù di morale, senza energia, pessimista o senza speranza per il futuro e hai perso il piacere nel fare le cose che prima ti interessavano, probabilmente hai avuto un episodio depressivo.

Le probabilità che tu soffra di una vera e propria depressione aumentano se hai notato anche una difficoltà a concentrarti, se hai perso appetito e se ti svegli presto al mattino, ma soprattutto se tutto ciò interferisce in modo pesante sulla tua vita.

A questo punto l’assunzione di un farmaco antidepressivo (prescritto da uno specialista) e una psicoterapia a orientamento cognitivo- comportamentale potrà esserti d’aiuto e la sinergia tra questi due approcci finora ha dato degli ottimi risultati.

Bisogna però fare molta attenzione perché sfortunatamente alcune delle cose che si fanno nel tentativo di alleviare i sentimenti depressivi possono in realtà peggiorare i sintomi.

Per prima cosa, quando le persone sono depresse, spesso commettono l’errore di fare ciò che viene dettato loro dall’umore.

Un’ottima strategia è fare l’opposto di ciò che la depressione fa venire voglia di fare.

Per fare ciò occorre chiedersi quali sono le azioni e i pensieri che solitamente alimentano tale patologia; ecco una lista, seppur incompleta…

  • La Ruminazione (o rimuginazione) consiste nel rimanere intrappolati in un processo ripetitivo e ciclico di pensieri negativi, nel ritornare continuamente su episodi accaduti nel passato;
  • I Pensieri Negativi, specie su se stessi, basati sulla convinzione di essere impotenti o senza valore. Altra caratteristica della depressione è il pensiero che il mondo sia un luogo pericoloso e sgradevole;
  • L’Inattività, cioè il disinteressarsi alle mansioni quotidiane, non partecipare più alle attività che prima costituivano una fonte di piacere, restando a letto con la convinzione di non poter affrontare la giornata;
  • Il Ritiro Sociale, cioè evitare di vedere altre persone, di interagire con esse, chiudendosi nel proprio microcosmo di dolore e sofferenza;
  • La Procrastinazione, cioè l’evitamento di compiti anche banali come fare la spesa, le telefonate, prendere appuntamenti perché si ritengono attività troppo complesse o minacciose;
  • La Vergogna per la malattia, con la convinzione che gli altri la biasimino e giudichino in modo severo chi ne è afflitto, a causa della diminuita efficienza e produttività;
  • Il Senso di Colpa nei confronti della sofferenza procurata alle persone care a causa di tale condizione;
  • La Disperazione al pensiero che la situazione che si sta vivendo sia immutabile, senza aspettative di miglioramento.

Un consiglio: cercate di fare esattamente l’opposto di ciò che la depressione vi indurrebbe a fare!

Fate lo sforzo (che può sembrare colossale) di alzarvi e vestirvi, rispondere al telefono e uscire per incontrare amici e conoscenti; il risultato sarà un allontanarsi dalle rimuginazioni e il sentirsi meglio solo per aver fatto qualcosa, pur non provando lo stesso piacere che si poteva provare prima della malattia.

Ovviamente poi occorrerà affrontare drasticamente la questione sotto il profilo farmacologico e psicoterapeutico, se vogliamo uscire veramente da una fra le esperienze più  devastanti che possa incontrare un essere umano nella propria esistenza.

Sarà un percorso lungo e difficoltoso, con risultati che non possono mai ritenersi acquisiti una volta per tutte.

Le ricadute infatti sono dietro l’angolo, ma per la loro prevenzione esiste una risposta chiamata Mindfulness!

E’ l’arte di essere “presenti nel presente”, sospendendo qualsiasi giudizio sull’esperienza che si sta vivendo, permettendo a se stessi di essere soltanto consapevoli di ciò che sta succedendo, guardando il mondo come fosse la prima volta.

La Mindfulness consentirà di lasciar scorrere i pensieri, considerandoli non più dei “fatti”, ma solo “prodotti” della mente.

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