Le conseguenze del trauma cranico: terapie disponibili per la persona e la famiglia

Il trauma cranico viene definito come una condizione clinica in cui un soggetto presenta difficoltà a livello cognitivo, comportamentale, emotivo e sociale in seguito ad un danno al cervello causato da una forza esterna violenta. Le conseguenze del trauma cranico possono incidere significativamente sulla vita del soggetto.

In base alla gravità del trauma subito, è possibile distinguere tre tipologie di trauma cranico, ovvero quello lievemoderato o grave, ciascuno necessariamente caratterizzato da sequele neuropsicologiche di differente gravità.

Quali sono le caratteristiche che si manifestano?

La maggior parte degli individui tipicamente presenta un trauma cranico lieve (80% di tutti i traumi cranici), definito tale quando si manifesta con almeno uno delle seguenti caratteristiche:

Perdita di coscienza di 30 minuti o inferiore

  • Punteggio alla Glasgow Coma Scale (una scala valutativa di tipo osservativo che consente di valutare lo stato di coscienza) compreso tra 14 e 15
  • Amnesia post-traumatica della durata inferiore alle 24 ore
  • Alterazione mentale al momento del trauma
  • Uno o più deficit neurologici focali, anche transitori

L’aver subito un trauma cranico lieve può sembrare, alla famiglia e all’individuo stesso, una fortuna, poiché l’esito potrebbe essere stato molto più grave e invalidante o addirittura potenzialmente fatale.

Sebbene questo sia vero da un lato, in realtà la questione risulta molto più problematica di quanto si possa pensare.

Infatti, di solito gli individui tendono ad avere un rapido recupero apparente (come appurato dai test neuropsicologici a cui vengono sottoposti) e solo una minima parte (20%) mostra ancora delle difficoltà cognitivo-comportamentali dopo 4 settimane.

In realtà però i deficit molto spesso sono presenti ma sfuggono alla rilevazione.

La situazione risulta ulteriormente complicata dai risultati obiettivi della TAC ospedaliera (considerata lo strumento d’elezione per la valutazione della lesione al cervello in seguito ad un trauma in fase acuta), che, nella maggior parte dei traumi cranici lievi, non rilevano un danno strutturale.

Le persone, però, frequentemente continuano a lamentare diverse difficoltà, non solo di tipo fisico ma anche a livello cognitivo (difficoltà attentive, mnestiche, percettive, di problem solving e decision making, a livello linguistico e/o comunicativo, a livello di pianificazione e organizzazione), emotivo-comportamentale (perseverazione, apatia, labilità emotiva, irritabilità, scarsa tolleranza alla frustrazione, egocentrismo) e neuropsichiatrico (depressione, ansia, ossessività e via dicendo).

Sebbene non siano visibili in maniera evidente, esse continuano tuttavia a influenzare pesantemente la vita della persona, con conseguenze rilevanti sia sul piano familiare che su quello lavorativo e/o scolastico.

Tenuto conto di ciò, nonostante sia passato del tempo dal trauma alla testa e nonostante l’individuo abbia ripreso apparentemente a funzionare “normalmente”, ci potrebbero essere difficoltà sottili, non nettamente visibili ma che, per quanto riguarda la cognizione, tendono ad emergere soprattutto quando l’individuo è molto impegnato mentalmente.

Per avere la certezza di essere di nuovo “quello di prima” sarebbe dunque importante richiedere una consulenza neuropsicologica presso degli esperti di trauma cranico, non solo con la finalità di essere valutato ma anche con quella di capire quali sono gli interventi disponibili per tornare realmente allo stato precedente al trauma.

Quali sono le Terapie per il Trauma Cranico?

A proposito di interventi, gli approcci neuropsicologici riabilitativi in caso di trauma cranico si dividono in due categorie fondamentali:

  • Approccio restitutivo – si lavora sulla funzione cognitiva lesa per restituire le abilità deficitarie
  • Approccio compensativo – si lavora sull’apprendimento di metodi e strategie per compensare le funzioni deficitarie.

Accanto a questi interventi cognitivi specifici, il neuropsicologo può aiutare l’individuo con trauma cranico attraverso interventi di psico-educazione diretti sia ai familiari che al soggetto, interventi comportamentali, nonché interventi mirati alla preparazione dell’individuo per un rientro sociale, scolastico o lavorativo realistico e coerente per quelle che sono le sue capacità e abilità.

 

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