Il Danno Assonale diffuso dopo Trauma Cranico
Le difficoltà cognitivo comportamentali che si possono verificare in seguito a trauma cranico sono molteplici e dipendono da molteplici fattori, tra cui le sedi lesionali, la gravità della lesione e la presenza o assenza di danno assonale diffuso.
Cos’è il danno assonale diffuso?
Spesso sottovalutato e poco conosciuto ma di fondamentale importanza nel trauma cranico, il danno assonale diffuso (DAI) viene definito come una condizione di interesse medico e neuropsicologico caratterizzata da due elementi principali: il danno a livello degli assoni dei neuroni e l’ampia distribuzione a livello cerebrale.
Nel danno assonale diffuso ad essere colpita è la sostanza bianca, ovvero le fibre nervose (o assoni), che vengono lacerate e strappate.
L’assone è una parte fondamentale della cellula nervosa (o neurone): esso serve infatti a condurre il segnale elettrico ricevuto da altri neuroni verso il neurone bersaglio ed è proprio a livello dell’assone che si trova la guaina mielinica, la sostanza lipidica responsabile della conduzione molto veloce del segnale elettrico.
Nel trauma cranico, il danno assonale si verifica in quanto il cervello subisce una sorta di stiramento e le conseguenze possono essere molto invalidanti su molteplici livelli:
- a livello del neurone stesso – alcuni neuroni vanno incontro a morte certa mentre altri rimangono in uno stato disfunzionale;
- a livello cerebrale – si assiste alla formazione di un edema cerebrale (che deve essere trattato a livello medico);
- a livello di comportamento osservabile – il sintomo maggiormente associato al danno assonale diffuso è la perdita di consapevolezza e la possibile insorgenza di uno stato vegetativo o di un coma.
Il danno assonale diffuso, distinto in diversi livelli di gravità a seconda che sia colpita la sola sostanza bianca degli emisferi (grado 1), oppure anche quella del corpo calloso (grado 2) o anche quella del tronco encefalico (grado 3), da un punto di vista strettamente cognitivo si associa a conseguenze neuropsicologiche che dipendono dalle aree lesionate anche se, in generale, molto comuni sono le difficoltà a livello mnesico, attentivo, linguistico-comunicative e le difficoltà di concentrazione.
Molto importanti e molto invalidanti, soprattutto a livello familiare e sociale, sono poi anche le difficoltà comportamentali.
I disturbi del comportamento sono spesso sottovalutati anche se, in realtà, sono quelli che causano più stress, ansia e difficoltà sia ai pazienti stessi che ai loro familiari.
Dati presenti in letteratura indicano come i disturbi del comportamento sono molto frequenti in seguito a trauma cranico (incidenza del 67%) e che particolarmente presenti sono i disturbi di personalità, del sonno, l’irritabilità, la depressione, l’apatia e l’inerzia e l’ansia.
Tutte queste problematiche necessitano di una adeguata gestione e risoluzione da parte di esperti del benessere psicologico: infatti garantire una buona salute al paziente con trauma cranico non solo permette ad esso di recuperare, laddove questo sia possibile, una buona qualità di vita, ma consente anche a chi si prende cura di lui di vivere una vita serena e con minor distress.
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