Definizione e Caratteristiche – Cefalea ed Emicrania

CHE COS’È LA CEFALEA?

  • Soffri di mal di testa ricorrente?
  • Ti succede spesso di sentire le spalle tese e la testa dolorante dopo giornate stressanti?
  • Vorresti poter controllare il mal di testa senza ricorrere continuamente ad antidolorifici?

Le cefalee rappresentano un enorme problema sociale perché largamente diffuse e generalmente invalidanti. Il 90% delle persone ne soffrono almeno una volta nella vita, il 15% almeno una volta al mese, il 4% almeno quindici giorni al mese e l’ 1-2% ha cefalea quotidianamente.

La cefalea può essere di origine traumatica o non traumatica, primaria (la malattia è la cefalea, non sono individuabili con gli esami patologie sottostanti) o secondaria (la cefalea è il sintomo di una patologia sottostante). Nella maggior parte dei casi (circa il 90%) si tratta di cefalee primarie (o essenziali).

Le caratteristiche della cefalea variano in ciascuno in particolare per quanto riguarda la frequenza, il tipo e l’intensità degli attacchi, la presenza di fattori scatenanti o favorenti e l’influenza globale sulla qualità di vita.

Sulla base di alcuni di questi parametri la cefalea primaria viene suddivisa in tre tipologie:

  1. Emicrania
  2. Cefalea muscolo-tensiva
  3. Cefalea a grappolo

Emicrania

L’emicrania è una patologia neuro vascolare del cervello; ne soffre il 18% delle donne ed il 6% degli uomini.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) riconosce che l’emicrania è la 12° maggiore causa di disabilità nelle donne e la 19° maggiore causa di disabilità in entrambi i sessi (colpisce circa 50 milioni di persone in Europa).

L’emicrania viene distinta in una forma senza aura, di gran lunga più frequente (80-90% circa) ed in una forma con aura, più rara (10-20%).

I criteri diagnostici dell’emicrania senza aura sono i seguenti:
A. Almeno 5 attacchi che soddisfino i criteri B-D
B. Attacchi di cefalea che durano 4-72 ore ( non trattati)
C. Cefalea con almeno 2 delle seguenti caratteristiche:

  • localizzazione unilaterale;
  • dolore pulsante;
  • intensità medio/severa (invalidante o molto limitante);
  • peggioramento con l’ attività fisica di routine.
  • Nausea e/o vomito

D. Foto e fonofobia
E. Esclusione di una cefalea sintomatica (mediante anamnesi, esame obbiettivo generale e neurologico e, se necessario, esami appropriati).

La crisi emicranica prevede tre fasi: la fase dei sintomi premonitori, la fase dolorosa e la risoluzione.

I sintomi premonitori sono presenti nel 60% dei casi da 4 giorni a poche ore prima dell’attacco.

Consistono in: alterazioni dell’ umore, del comportamento, sintomi neurologici (difficoltà di concentrazione, sbadigli, iperosmia, sonnolenza, fono-fotofobia) e sintomi sistemici ( quali sete, aumento della diuresi, ricerca di cibi particolari, dissenteria o costipazione, mialgie).

I sintomi dunque posso essere di tipo eccitatorio (irritabilità, iperattività, insonnia, ricerca di carboidrati, diarrea, aumento della diuresi, sete, euforia) o inibitorio (astenia, rallentamento psicomotorio, anoressia, depressione, senso di freddo e gonfiore addominale).

Nell’emicrania con aura, l’aura è caratterizzata da uno o più dei seguenti disturbi: sintomi visivi, sintomi sensitivi e turbe del linguaggio.

I sintomi usualmente compaiono in successione: prima i disturbi visivi, poi quelli sensitivi, poi l’ afasia.

Le caratteristiche che identificano l’aura sono lo sviluppo graduale, la durata non superiore ad un’ora, la presenza di sintomi positivi e negativi e la loro completa reversibilità.

E’ un disturbo ricorrente che si manifesta con attacchi caratterizzati da sintomi neurologici focali che si sviluppano gradualmente nell’ arco di 5-20 minuti e durano meno di 60.

Cefalea muscolo-tensiva

La cefalea di tipo tensivo, distinta in forma episodica (< 15 giorni/mese) e cronica (>15 giorni/mese), è certamente la cefalea più diffusa. Colpisce prevalentemente il sesso femminile con una insorgenza solitamente intorno ai 30 anni.

La cefalea di tipo tensivo episodica non riveste grande interesse clinico, si tratta infatti di un dolore che la maggior parte delle persone sperimenta nel corso della vita, in modo occasionale, di solito a seguito di uno stimolo stressante psicofisico.

Per la diagnosi devono essere presenti almeno 10 episodi che si verifichino per meno di 15 giorni al mese. E’ caratterizzata da episodi di cefalea di durata variabile da 30 minuti a 7 giorni, con dolore di tipo gravativo-costrittivo, non pulsante, di intensità lieve-media, localizzato bilateralmente e non aggravato da attività fisica di routine. La nausea ed i vomito sono assenti, ma può essere presente fotofobia oppure fonofobia.
Si parla invece di cefalea di tipo tensivo cronica quando la cefalea e’ presente per più di 15 giorni al mese per 3 mesi o più. Si tratta di un disturbo che evolve da una cefalea di tipo tensivo episodica, con episodi di cefalea quotidiani o molto frequenti, di durata variabile da minuti a giorni.

Il dolore e’ bilaterale, di tipo gravativo-costrittivo, di intensità lieve-media e non aggravato dall’ attività fisica di routine.

E’ assente il vomito ma possono manifestarsi nausea lieve, foto o fonofobia.

Cefalea a grappolo

La cefalea a grappolo è una forma rara dal punto di vista epidemiologico con incidenza inferiore allo 0,5% nella popolazione maschile e 0,1% in quella femminile.

E’ tipicamente una patologia del sesso maschile, a differenza dell’emicrania, anche se, negli ultimi anni, la frequenza nelle donne sembra essere aumentata di pari passo con l’acquisizione di attività lavorative e stili di vita in passato tipici solo degli uomini.

La cefalea a grappolo è caratterizzata clinicamente da una particolare periodicità con l’alternarsi di periodi attivi definiti grappoli (durante i quali compaiono gli attacchi) e di fasi di remissione di assoluto benessere.

Nella forma episodica i periodi attivi hanno durata variabile da 2 settimane ad 1 anno, con fasi di remissione superiori a 14 giorni.

Nella forma cronica, invece, i periodi attivi hanno una durata superiore ad un anno senza remissione o comunque con periodi di remissione inferiori ai 14 giorni.

Durante i periodi attivi gli attacchi si presentano da una a più volte al giorno, con una media di 1-3 attacchi al di, soprattutto durante le ore notturne.

Gli attacchi sono caratterizzati da un dolore estremamente severo, trafittivo-lancinante, rigorosamente unilaterale, prevalentemente nella regione orbitaria (“dentro l’occhio”), più raramente sopra-orbitaria e/o temporale, con una durata variabile da 15 a 180 minuti.

L’attacco è tipicamente associato a sintomi neurovegetativi sempre omo-laterale al dolore che lo rende inconfondibile: lacrimazione, arrossamento oculare, ostruzione nasale, secrezione nasale (rinorrea), ptosi palpebrale (chiusura dell’occhio), miosi (diminuzione del diametro della pupilla), sudorazione facciale o edema (gonfiore) palpebrale.

Il paziente con cefalea a grappolo durante l’attacco non riesce a stare fermo, appare irrequieto (fenomeno del running-walking).

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