L’ ADULTO PLUSDOTATO
L’adulto plusdotato è alla continua ricerca della propria identità e ha bisogno di capire chi è, come mai si è comportato in un determinato modo e quali sono i suoi punti di forza e i suoi limiti.
È fondamentale individuare gli adulti plusdotati, perché essi spesso hanno difficoltà di adattamento in quanto il modo che hanno di stare al mondo si differenzia dai loro coetanei.
A seconda della tempestività della diagnosi, il plusdotato può andare incontro a destini molto diversi.
Si possono distinguere diversi grandi gruppi:
- Gli adulti che hanno ricevuto un’adeguata diagnosi da bambini: per loro iperintelligenza e iperemotività sono sempre state un lato della personalità.
- Adulti che, anche se diagnosticati durante l’infanzia non sono stati considerati bambini speciali.
- Plusdotati che sono stati diagnosticati da adulti per caso, per curiosità o perché si sono identificati nel figlio.
- Coloro che non hanno ancora ricevuto diagnosi e probabilmente non l’avranno mai
Un bambino con una diagnosi precoce, che può crescere in un ambiente che lo fa sentire protetto ha molte più possibilità di costruirsi un’esistenza piena e soddisfacente.
Al contrario, una diagnosi ignorata o distorta andrà ad incidere molto sulle prospettive future; si rischia di attivare nel bambino un meccanismo di sensi di colpa che si porterà dietro per tutta la vita, arrivando ad un crollo dell’immagine di sé.
Quali sono le difficoltà di essere un adulto plusdotato?
- Lucidità fenomenale: è dovuta a un’intelligenza acuta che analizza ogni cosa e ad un’estrema ricettività che assorbe qualsiasi gradazione emotiva nell’ambiente: porta a mettere sempre tutto in discussione e a dubitare di sé in ogni momento.
- Perfezionismo: porta all’incapacità di intraprendere cose nuove per evitare il fallimento.
- Portare al limite le discussioni: il plusdotato insiste instancabilmente con le proprie argomentazioni e in un contesto gerarchico questo può portare a conflitti insolubili.
- Paura: il plusdotato analizza tutto ciò che di pericoloso potrebbe succedere. Data la loro estrema reattività emotiva alcuni riferiscono di sperimentare attacchi di panico nei momenti in cui avvertono potenziali pericoli.
- Sensi di colpa: anche se amici e familiari sembrano accettarlo per quello che è, lui è convinto di averli delusi; in realtà è lui a pretendere molto da sé stesso e qualunque risultato per lui è insufficiente.
- La noia: non è presente solo in età adolescenziale ma anche in età adulta la noia è un problema quotidiano; vorrebbe una vita piena di emozioni forti e colpi di scena, dovrebbe sempre succedere qualcosa di nuovo e dato che non è possibile, si insinua la noia. Alla noia il plusdotato a volte reagisce con l’iperattività: si getta a capofitto in diversi impegni e progetti.
- Relazioni sentimentali: spesso il plusdotato ha bisogno di sicurezza e di qualcuno con cui formare una coppia fissa e quindi cercherà il prima possibile di formarne una; altre volte però ha bisogno di provare anche diverse emozioni intense come le scariche ormonali che avvengono nelle prime fasi della relazione e quindi cercherà nuove avventure a ripetizione.
- La solitudine: il plusdotato può essere anche pieno di amici e avere un’intensa vita sociale, ma la sensazione di solitudine non lo abbandona mai; è troppo cosciente della distanza tra sé e gli altri.
Ci sono differenze tra uomini e donne plusdotate?
Da diverse ricerche è emerso che, durante l’infanzia, le femmine mostrano maggiori capacità di adattamento rispetto ai maschi e riescono a conformarsi meglio, soprattutto alla realtà scolastica, ma è un adeguamento costoso in termini di energia. Infatti è una strategia che viene applicata, non un meccanismo naturale.
Quando i problemi non esplodono in adolescenza, la ragazza plusdotata entra nell’età adulta con le sue domande rimaste inevase e con la sensazione costante di essere diversa, perciò le difficoltà che incontra nel percorso di vita, sono purtroppo identiche a quelle incontrate dal plusdotato di genere maschile.