QUANDO LA PERSONA CON DISABILITÀ INTELLETTIVA DIVENTA ADULTA
Che cosa è la disabilità intellettiva?
La disabilità intellettiva (un tempo nota come ritardo mentale) è un disturbo del neuro sviluppo, con esordio appunto nell’età evolutiva, che comporta deficit del funzionamento intellettivo e adattivo negli ambiti concettuali, sociali e pratici (DSM-5). La disabilità intellettiva può avere tre livelli di gravità (lieve, moderata o grave) definita sulla base del funzionamento adattivo della persona, il quale determina il livello di assistenza che essa necessita.
Tale disturbo dura tutta la vita, ma il livello di gravità può cambiare nel corso del tempo. Ad esempio, una serie di interventi che siano precoci e continuativi possono migliorare il funzionamento adattivo della persona, con ripercussioni positive anche sul funzionamento intellettivo. Nei ragazzi e negli adulti il sostegno può essere tale da consentirne la partecipazione alle attività quotidiane e da migliorarne la funzione adattiva (DSM-5).
Cosa caratterizza la persona adulta?
Ciò che caratterizza la persona adulta sono l’autodeterminazione e l’autonomia, due concetti fortemente interconnessi, che si acquisiscono progressivamente attraverso l’esperienza di vita.
Secondo Wehmeyer la persona autodeterminata agisce come un agente causale con l’obiettivo di strutturare il proprio futuro e destino. L’autodeterminazione è da intendersi come una serie di abilità attraverso le quali le persone: esprimono i propri interessi e bisogni, stabiliscono degli obiettivi col fine di soddisfare tali interessi e bisogni, valutano le conseguenze delle proprie azioni (Mithaug et al., 1998). È evidente che le persone con disabilità intellettiva siano loro malgrado meno preparate ad affrontare alcuni aspetti del processo di autodeterminazione. Tuttavia, ciò non deve portarci a pesare la persona con disabilità come un “eterno bambino” bisognoso di cure e attenzione, anzi anche le persone con disabilità intellettiva diventano adulte. Non bisogna pensare al mero dato anagrafico e biologico, ma alla dimensione esistenziale in cui la persona con disabilità intellettiva si trova a dover affrontare nuovi compiti e a gestire nuove responsabilità (Lepri, 2016).
Ciò che caratterizza la crescita di qualsiasi individuo è certamente il passaggio dalla dipendenza dalle figure adulte alla completa autonomia. Una persona con disabilità intellettiva però, può incontrare degli ostacoli nella sua crescita verso l’autonomia che non sono costituititi soltanto dal suo deficit, ma anche dall’ambiente e dagli atteggiamenti di paura di chi lo circonda.
Dunque, quando il ragazzo/a disabile diventa adulto?
È chiaro che se si prendono in considerazione, come detto in precedenza, l’autodeterminazione e l’autonomia come caratteristiche dell’adulto, il disabile non può essere considerato adulto (Morini, 2008). Tale concezione è ovviamente riduttiva. È dunque necessario che la persona con disabilità sviluppi il massimo grado di autonomia possibile acquisendo un certo numero di competenze e integrandole con quelle che il suo ambiente gli mette a disposizione. Pertanto lo sviluppo delle autonomie (personali, comportamentali e di movimento) assieme ad interventi mirati a potenziare e riabilitare le funzioni cognitive di base, le abilità sociali e relazionali è fondamentale non solo per migliorare la qualità della vita della persona con disabilità, ma anche la sua autostima (Roveda, 2016).
Per esempio, la persona con disabilità intellettiva che lavora viene considerata adulta. Le esperienze di inserimento lavorativo e di vita autonoma, infatti, contribuiscono a rafforzare l’immagine della persona con disabilità intellettiva capace di assumere diritti e doveri e all’idea che “diventare grandi” sia una meta non solo per i disabili, ma anche per le loro famiglie e le istituzioni.
Cosa facciamo al Centro Phoenix
Il Centro Phoenix propone un progetto riabilitativo personalizzato volto a sviluppare e migliorare le competenze utili per le autonomie in un’ottica orientata al futuro anche lavorativo della persona con disabilità intellettiva.
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BIBLIOGRAFIA
American Psychiatric Association, Ed. it. Massimo Biondi (a cura di), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2014. ISBN 978-88-6030-661-6
Contardi, A. (2004). Verso l’autonomia: percorsi educativi per ragazzi con disabilità intellettiva. Carocci.
Cottini, L. (2016). L’autodeterminazione nelle persone con disabilità: percorsi educativi per svilupparla. Edizioni Centro Studi Erickson.
Lepri, C. (Ed.). (2016). La persona al centro. Autodeterminazione, autonomia, adultità per le persone disabili. FrancoAngeli.
Mithaug, D.E. , Wehmeyer, M. , Agran, M. , Martin, J.E. , & Palmer, S. (1998). The self-determined learning model of teaching: Engaging students to solve their learning problems. In M. Wehmeyer & D. J. Sand (Eds.), Making it happen: Student involvement in educational planning (pp. 299—328). Baltimore: Brookes .
Morini, L. (2008). Il disabile adulto e la sua famiglia. Prospettive Sociali e Sanitarie.
Gaia, R. V. PROMUOVERE AUTONOMIA E LIBERTA’NELLA PERSONA ADULTA CON DISABILITA’INTELLETTIVA.