LE FASI DELLO SVILUPPO DELLE ABILITÀ SOCIALI IN BAMBINI CON COMPORTAMENTI DISFUNZIONALI
La tecnica più adeguata da usare con bambini con comportamenti disfunzionali è l’apprendimento strutturato, una tecnica psicoeducativa che viene usata in questi casi in cui sono presenti dei comportamenti che non rendono facile lo sviluppo di determinate abilità. L’obiettivo è insegnare comportamenti sociali positivi e produttivi al fine di facilitare il raggiungimento di una buona integrazione sociale.
McGinnis propone 4 fasi da mettere in pratica in diverse attività al fine di sviluppare le abilità sociali indispensabili al benessere quotidiano.
Le fasi sono le seguenti:
- Modeling (dimostrazione ed apprendimento per imitazione tramite modello)
- Role playing (gioco o simulazione di ruoli)
- Feedback (informazioni da restituire dopo la prova di correttezza o di efficacia dell’esercitazione)
- Generalizzazione (transfer degli apprendimenti da contesti artificiali a quelli naturali dell’ambiente di vita)
Il modeling presenta 3 tipi di apprendimento:
- Per osservazione in cui avviene l’acquisizione dei comportamenti tramite osservazione ed imitazione;
- Effetto di inibizione e disinibizione nel quale si sviluppa il rafforzamento o indebolimento di comportamenti che vengono emessi soltanto di rado dal bambino;
- Effetto di facilitazione comportamentale che si riferisce all’emissione più probabile di comportamenti già appresi quando vengono percepiti positivamente negli altri.
Attraverso il modeling vengono appresi, rafforzati, indeboliti o facilitati molti comportamenti. Il modeling però da solo non basta.
L’apprendimento è migliore se il soggetto ha la possibilità di ripetere, sperimentare o a sua volta imitare i comportamenti presentati dal modello e soprattutto se viene ricompensato per essersi comportato in quel dato modo.
Il bambino ha bisogno di molto esercizio per imparare come fare e di una ricompensa per essere motivato o per capire perché deve comportarsi in una determinata maniera.
Il role playing è la situazione in cui viene chiesto ad un individuo di simulare un ruolo mai sostenuto in precedenza, oppure, se il ruolo è già proprio, di esercitarlo in circostanze diverse da quelle usuali (Mann, 1956). Anche questa fase da sola non basta, è opportuno inserire un ulteriore incentivo o motivazione che costituisce la terza componente dell’apprendimento strutturato:
il feedback informazionale.
Esso consiste nel far presente all’alunno quanto egli ha saputo simulare correttamente un certo ruolo e in che misura i comportamenti da lui emessi sono vicini a quelli corretti presentati dal modello.
È un suggerimento costruttivo per migliorare la sua prestazione, di prompts (o aiuti diretti), di ripetizioni, di rinforzatori materiali e rinforzatori sociali.
Per rinforzatore si intende qualsiasi evento che aumenti la successiva probabilità di emissione di un dato comportamento.
Ne esistono di 3 tipi:
- Tangibile (o materiale): tipo denaro, cibo, ecc
- Sociale : lode, approvazione
- Autorinforzatore: valutazione che il soggetto dà a sé stesso
Per avere efficacia, il feedback informazionale dovrà comprendere tutti e 3 i tipi di rinforzatore.
I fattori del rinforzamento dipendono da diverse caratteristiche:
- Tipo di rinforzatore
- Tempestività del rinforzamento
- Rapporto tra risposta e rinforzatore
- Qualità e quantità del rinforzatore
- Possibilità di rinforzamento (erogato con frequenza)
- Rinforzamento intermittente/parziale (durano più a lungo rispetto quelli continui)
L’ultima fase comprende la generalizzazione degli apprendimenti.
Essi sono facilitati dal contesto, dal materiale didattico e dal personale educativo, dai sistemi di rinforzamento (sistematico ed intermittente) e dal sovrapprendimento, dal ripasso e dalle istruzione dirette. La generalizzazione è tanto più completa quanto più vari sono gli stimoli impiegati nell’apprendimento.