LA NEUROPSICOLOGIA E LA RIABILITAZIONE NEUROPSICOLOGICA

CHE COS’È LA NEUROPSICOLOGIA E COME DETERMINA I CAMPI DI APPLICAZIONE DELLA RIABILITAZIONE NEUROPSICOLOGICA 

La neuropsicologia studia i rapporti tra elaborazione cognitiva dell’informazione e le relative basi anatomo-funzionali. Nei suoi molteplici campi di applicazione può essere genericamente definita come la “scienza applicata che riguarda l’espressione comportamentale di disfunzioni cerebrali” (Lezak et al., 2004).

Il progredire delle discipline di base (neuroscienze, psicologia cognitiva, psicometria), ha progressivamente diffuso il sapere neuropsicologico in ambito clinico oltre che in quello sperimentale, descrivendo e misurando le prestazioni cognitive e comportamentali associate a disturbi cerebrali conosciuti.

Le funzioni cognitive più frequentemente esplorate nel corso di un esame neuropsicologico appartengono a diversi domini e sistemi integrati di elaborazione dell’informazione, e sono  il linguaggio, il calcolo, il ragionamento,  l’orientamento, l’attenzione, la memoria, la percezione, le abilità visuospaziali, le prassie, le funzioni esecutive, le gnosie, la pianificazione, la programmazione motoria, la percezione corporea e le relative dettagliate sotto componenti cognitive (Denes Pizzamiglio, 1996, Grossi, Trojano, 2011).

L’esame neuropsicologico è una osservazione obiettiva e misurazione oggettiva del funzionamento cognitivo del paziente, ottenuta per mezzo di singole prove o di batterie standardizzate composte da gruppi di test dotati di dati normativi di riferimento, tarati per grado di istruzione, età e sesso, qualora queste variabili siano influenti sulla prestazione.

Il neuropsicologo sceglie tra i test quelli che ritiene più idonei in funzione del tipo di segnalazione, della patologia  o dell’obiettivo dell’indagine.

 La valutazione neuropsicologica

L’esame neuropsicologico si occupa dell’identificazione, qualificazione e  quantificazione delle alterazioni cognitive, associate ad una disfunzione cerebrale (di varia natura) in soggetti nelle diverse fasce di età.

Tale procedura risulta quindi indispensabile per la definizione del deficit cognitivo, per la diagnosi differenziale, per il completamento della descrizione del quadro clinico in pazienti con lesioni, o alterate funzionalità cerebrali focali o diffuse di varia eziologia, siano esse di origine congenita, primaria o secondaria, di natura vascolare, degenerativa, neoplastica o metabolica.

L’esame neuropsicologico inoltre viene utilizzato nella valutazione dell’efficienza cognitiva in soggetti con normale invecchiamento fisiologico, in soggetti sani di cui si debba indicare il grado di integrità o di qualità delle funzioni intellettive, o in pazienti affetti da patologie non necessariamente derivanti da conclamato danno cerebrale (ad esempio patologie psichiatriche o stress derivate, o esiti secondari di patologie internistiche e di interventi chirurgici o terapie farmacologiche).

Inoltre è fondamentale nella definizione e monitoraggio di un piano riabilitativo mirato  al recupero, alla compensazione o al contenimento del danno cognitivo presente in una logica di massima efficienza ed efficacia del trattamento stesso.

Obiettivi della neuropsicologia

  • LA DIAGNOSI: l’esame neuropsicologico è necessario per l’individuazione a livello subclinico o clinico, in stadi iniziali o avanzati, della presenza di un alterato funzionamento cognitivo; è inoltre utile nelle diagnosi differenziali con le patologie psichiatriche (si pensi ad esempio alle diagnosi differenziali fra iniziale demenza degenerativa e  depressione) (Gainotti G., Marra C., 1994).
  • LA PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE: l’esame neuropsicologico permette di ottenere informazioni complete sullo status cognitivo ed emotivo del paziente e sulla sua attuale condizione affettivo-relazionale, nonché sulle sue risorse cognitive residue, che possono essere, se possibile, condivise con il paziente stesso, con il caregiver o con gli operatori e professionisti sanitari coinvolti nella presa in carico. Tali informazioni divengono poi utili anche al fine del monitoraggio dell’evoluzione di un quadro definito, degli esiti post operatori, degli effetti degli interventi farmacologici e dei progetti riabilitativi, di una migliore pianificazione assistenziale a breve, medio e lungo termine anche con connotazione di prevenzione e di modifica adattiva dell’ambiente di vita del paziente o proposta di adozione di strumenti o ausili.
  • L’INTERVENTO RIABILITATIVO: il neuropsicologo ha il compito di progettare, monitorare ed eseguire un trattamento riabilitativo mirato, attraverso un’accurata valutazione e la definizione della diagnosi sulla base di modelli cognitivi di riferimento. La riabilitazione neuropsicologica richiede una attenta e continuativa pianificazione degli obiettivi da raggiungere e dell’efficacia di quanto intrapreso al fine di offrire al paziente il miglior risultato possibile nel minor tempo possibile.

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