AUTOLESIONISMO E RISCHIO DI SUICIDIO NEI GIOVANI ADOLESCENTI

 

L’autolesionismo include uno spettro di comportamenti a rischio quali il fumare, l’uso di alcol e droghe, la restrizione alimentare.

L’intento suicida è associato al comportamento autolesionistico, ma questo di per sé non predice l’intento sottostante. L’intento suicidario deve essere valutato in modo specifico.

Tipi di autolesionismo
  • Auto-ferita: taglio, ingestione di oggetti, inserimento di oggetti nel corpo, ustioni, impiccagione, accoltellamento, salti da punti elevati
  • Auto-avvelenamento: sovradosaggio di medicinali, ingestione di sostanze velenose
  • Altri comportamenti a rischio: fumo, overdose di droghe/ingestione di sostanze tossiche, alimentazione eccessiva, restrizione alimentare, sessualità promiscua

 

Il comportamento autolesionistico è più comune nelle ragazze di circa un rapporto  2:4 e può essere correlato ai tassi più elevati di depressione nelle ragazze.

Valutazione del rischio di suicidio

Lo scopo di una valutazione del rischio è identificare le persone a rischio di suicidio e consentire l’attuazione di strategie di gestione del rischio, intervenendo con un trattamento ad hoc. La valutazione del rischio di suicidio dovrebbe avvenire il prima possibile dopo un incidente che mette a rischio l’incolumità del giovane. Il colloquio dovrebbe includere una valutazione della storia dell’adolescente e dei genitori.

Le principali aree di indagine sono:

  • Tentativo di suicidio: descrizione dettagliata, ideazione suicidaria, motivazione e intento attuale, precedenti comportamenti suicidari e fattori scatenanti.
  • Presenza di disturbo di salute mentale: valutare la depressione, disturbo della condotta, disturbo alimentare, ansia, disturbo da stress post-traumatico e psicosi, informazioni su abuso di sostanze e alcol, precedente storia di disturbi mentali e trattamento.
  • Fattori famiglia-ambientali: psicopatologia genitoriale, storia familiare del comportamento suicidario, problemi familiari, esperienza di lutto, discordie familiari, abuso fisico, emotivo e sessuale.
  • Socialità ed educazione: non frequentare la scuola, difficoltà di apprendimento, isolamento sociale, bullismo e difficoltà nelle relazioni sociali. L’emarginazione e il “non adattamento” sono importanti negli adolescenti, per i quali essere accettati da un gruppo di pari è cruciale per uno sviluppo sano.

Età

I limiti di età variano a seconda degli studi. Negli adolescenti, si rileva presenza di pensiero e comportamento suicidario tra i 14 ei 18 anni. Le manifestazioni autolesionistiche sono rare sotto i 12 anni, ma aumentano costantemente fino ai 16 anni e rimangono pressappoco allo stesso livello fino alla fine dell’adolescenza.

 

Fattori di rischio:

La ricerca ha rivelato i seguenti fattori di rischio per il suicidio negli adolescenti:

  1. presenza di un disturbo psichiatrico
  2. precedente tentativo di suicidio
  3. abuso di sostanze/alcol.

Il comportamento suicidario può derivare da un insieme di vulnerabilità e situazioni interagenti. Devono essere considerati pertanto diversi fattori. Si suggerisce, ad esempio, di indagare le “quattro M”: mezzi, motivazione, momento di follia.

 Altri motivi per cui gli adolescenti sono coinvolti nell’autolesionismo includono:

-Essere emotivamente disregolati o venire invalidati dai genitori

-Volere “inserirsi” all’interno di un particolare gruppo di pari che incoraggia e premia il comportamento autolesionista

-Sentirsi emotivamente “vuoti” o sentirsi invisibili agli occhi dei genitori.

-Per le ragazze, l’autolesionismo può essere utilizzato come strategia di coping con genitori eccessivamente esigenti

Trattamento

La terapia dialettica comportamentale (DBT) è stata sviluppata per trattare il disturbo borderline di personalità che avevano cronicamente episodi parasuicidari. L’approccio si basa sulla teoria per cui il disturbo borderline di personalità è causato da una disregolazione emotiva pervasiva. L’autolesionismo è considerato una soluzione disadattiva alle emozioni travolgenti e dolorose.

Miller e colleghi (2008) hanno adattato la DBT per adolescenti a rischio di suicidio. La terapia comprende sessioni individuali e la formazione di competenze di gruppo. Il programma per adolescenti dura 12 settimane e richiede la supervisione di uno psicoterapeuta e di un team.

Bibliografia:

Evans, E., Hawton, K., & Rodham, K. (2005). In what ways are adolescents who engage in self-harm or experience thoughts of self-harm different in terms of help-seeking, communication and coping strategies?. Journal of adolescence, 28(4), 573-587. Hawton, K., Saunders, K. E., & O’Connor, R. C. (2012). Self-harm and suicide in adolescents. The Lancet, 379(9834), 2373-2382. Miller A.L., Muehlenkamp J.J., Jacobson C.M., (2008). Fact or fiction: diagnosing borderline personality disorder in adolescents. Clin Psychol Rev. 2008 Jul;28(6):969-81. Muehlenkamp, J. J., Claes, L., Havertape, L., & Plener, P. L. (2012). International prevalence of adolescent non-suicidal self-injury and deliberate self-harm. Child and adolescent psychiatry and mental health, 6(1), 1-9.ì Moran, P., Coffey, C., Romaniuk, H., Olsson, C., Borschmann, R., Carlin, J. B., & Patton, G. C. (2012). The natural history of self-harm from adolescence to young adulthood: a population-based cohort study. The Lancet, 379(9812), 236-243. Rasmussen, S., Hawton, K., Philpott-Morgan, S., & O’Connor, R. C. (2016). Why do adolescents self-harm?. Crisis.

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