Il caregiver, ovvero “colui che si prende cura” (nel nostro caso della persona malata di demenza) è una figura che spesso viene dimenticata quando si tratta il tema complesso delle malattie neurodegenerative, in cui il focus principale dell’attenzione è appunto sulla persona malata (Il caregiving).

In realtà quella del caregiver è una figura essenziale anche se, forse troppo spesso, questo non viene tenuto a mente.

Nel caso delle demenze, ad esempio, una grande parte del lavoro di riabilitazione viene fatto dai caregiver, dato che solitamente al trattamento clinico viene associato un trattamento parallelo “a casa”.

In assenza però di indicazioni cliniche specifiche da seguire, i caregivers spesso si ritrovano a chiedersi se sia possibile fare qualcosa per tentare di migliorare comunque la situazione del proprio caro, considerando anche l’elevato numero di ore che l’assistenza ad un malato di demenza richiede.

La risposta a questa domanda è molto semplice: assolutamente !

Ma quali sono gli esercizi da fare a casa per il caregiving?

Di seguito sono elencati semplici ma efficaci esempi di esercizi che è possibile utilizzare direttamente a casa per stimolare il vostro caro utilizzando oggetti della quotidianità.

1) Esercizi per la memoria: costruzione dell’albero genealogico richiedendo, laddove possibile, la rievocazione di tutte le informazioni possedute su un particolare individuo (ad esempio dire: “Ti ricordi X, era il marito di chi? Dove vive ora X? Quanti figli aveva? Che lavoro faceva?)”; promuovere le associazioni mnesiche (ad esempio, utilizzare modi proverbiali, canzoni vecchie e profumi di una volta e chiedere al soggetto di rievocare tutto ciò che quel modo di dire, quella canzone, quel profumo, fa riaffiorare alla memoria).

2) Esercizi per il linguaggio: utilizzando la mobilia della casa, far elencare alla persona tutte quelle parole che iniziano con una specifica lettera dell’alfabeto (ad esempio dire: “Dimmi tutti i mobili della casa che iniziano con la lettera C”); proporre esercizi di similarità linguistica (ad esempio dire: “Dimmi il maggior numero di parole che terminano in -ina”).

3) Esercizi per l’attenzione: utilizzando un quotidiano qualsiasi, far fare esercizi di ricerca visiva (ad esempio, aprendo a caso una pagina del giornale si può chiedere alla persona: “prova a cercare tutte le lettere A”); proporre attività di ricerca delle differenze, utilizzando scenette che differiscono per un numero esiguo di elementi (ad esempio dire: “Vedi queste due immagini? Nonostante possano sembrarti uguali, sono leggermente differenti. Riesci a trovare le differenze?”.

Un aspetto importante da ricordare è il seguente: le attività da proporre al malato di demenza non devono mai essere vissute come spiacevoli e non devono mai essere proposte in modo forzato. Al contrario, esse devono rappresentare un momento piacevole e divertente nel corso della giornata.

È importante quindi stare attenti ed avere un occhio critico: un’azione fatta correttamente infatti non solo aiuta a potenziare l’autonomia residua della persona ma ha un forte impatto anche sul suo senso di autostima.

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