Cosa sono i Tic Nervosi?

Strizzare continuamente gli occhi, schiarirsi ripetutamente la gola, sbuffare, fare piccole smorfie con la bocca, fare particolari movimenti con il collo o improvvisi scatti con la testa. Più del 10% della popolazione manifesta dei tic nervosi durante la crescita. Ma cosa si intende con questa parola? Quali sono le caratteristiche principali? Qual è il decorso nel tempo? Quali sono le terapie migliori?

I tic nervosi sono rapidi movimenti eseguiti involontariamente e in completa assenza del controllo delle persone che ne soffrono. Possono essere definiti “semplici” se coinvolgono una sola area muscolare oppure “complessi” quando coinvolgono contemporaneamente più muscoli. Non esistono solo tic motori ma anche vocali tanto da giungere, nei casi più gravi, alla verbalizzazione come l’uso di bestemmie e parole non socialmente accettate (coprolalia) oppure la ripetizione di parole o frasi pronunciate da altre persone (ecolalia).

Quando Compaiono?

Tipicamente i tic nervosi insorgono prima dei 18 anni d’età e in media viene posta una diagnosi dal medico tra i 2 e i 15 anni. Possono, inoltre, persistere fino a cronicizzarsi oppure essere transitori e scomparire in età adolescenziale o adulta.

Quasi sempre i Disturbi da Tic non coinvolgono solo la componente muscolare/vocale ma anche una serie di difficoltà inerenti la sfera cognitiva e comportamentale. Disattenzione, irrequietezza motoria, iperattività, impulsività, rabbia, aggressività, idee fisse ed ossessive accompagnano spesso i tic. A tali patologie sono, infatti, associati il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOP), problematiche legati al sonno e Disturbi dell’umore (ansia e depressione).

Inoltre i tic, soprattutto se molto evidenti, possono creare imbarazzo e problemi socio-emotivi. Conseguenze comuni sono, infatti, una scarsa autostima ed una ridotta vita sociale in quanto molto spesso questi soggetti tendono ad essere derisi e presi in giro.

Tra i più noti e studiati disturbi da tic vi è la sindrome di Tourette, dal nome del suo scopritore. Cosa contraddistingue tale disturbo? Molteplici tic motori e almeno uno vocale (suoni, parole, frasi…) che insorgono, anche non contemporaneamente, durante l’infanzia o in adolescenza. Inoltre, una particolare caratteristica di questa patologia è la presenza di un “segnale premonitore” che precede il tic e di cui si è spesso poco consapevoli (ad esempio la sensazione di sentire qualcosa in gola che porta all’incontrollabile necessità di schiarirsi la gola).

L’eziologia di questa sindrome, dopo molti anni dalla sua scoperta, risulta ancora oggi poco chiara. Spesso i soggetti a cui è stata diagnosticata hanno una storia familiare di Sindrome di Tourette, sembra infatti che la genetica giochi un ruolo importante.

Intervengono, tuttavia, anche fattori di natura ambientale e anomalie strutturali e funzionali del cervello. I neurotrasmettitori coinvolti sembrano essere molti e per tanto non esiste un farmaco specifico per tale disturbo (Madaline A. Chadehumbe e Lawrence W. Brown, 2019).

Da qui l’esigenza di trovare terapie alternative.

Quali sono le Terapie per Combattere i Tic Nervosi?

Training di Neurofeedback

Il Neurofeedback è una tecnica innovativa che permette di insegnare al paziente a modificare l’attività neuronale anomala, attraverso la ricezione di adeguati feedback. Molte ricerche scientifiche riportano una riduzione dei tic in seguito a questo tipo di trattamento (Tansey MA., 1986; Zhang Y., Wang YF., Yao K., 2011; Li L, Wang Y., 2005) . Il profilo neuropsicologico della Sindrome di Tourette, infatti, sembra essere caratterizzato da due principali condizioni:

  • Ridotta attività delle onde SMR (ritmo sensori-motorio), le quali sembrano essere associate all’inibizione motoria, a stati di tranquillità fisica e di attenzione focalizzata.
  • Eccessiva attività delle onde theta in zona frontale, condizione associata a deficit nelle funzioni cognitive come l’attenzione e il controllo degli impulsi.

Cercando di rendere funzionale l’attività di queste onde cerebrali, si potrebbe assistere, dunque, ad una riduzione della frequenza e della severità dei tic, e dei sintomi cognitivi associati ad essi.

Training di Biofeedback

Studi scientifici hanno riportato che i tic possono aumentare nei momenti particolarmente stressanti (Jancovic 2001) e la combinazione con disturbi di diversa natura tra cui gli stati d’ansia. In questi casi il Biofeedback può essere utilizzato come un’efficace tecnica di rilassamento, andando a normalizzare una serie di parametri fisiologi (come la respirazione, il battito cardiaco, la tensione muscolare e la temperatura corporea) che, in questi casi, possono risultare alterati. Anche questa tecnica, proprio come il Neurofeedback, insegna al soggetto a modificare i propri valori fisiologici, attraverso il monitoraggio di questi e la conseguente ricezione di determinati feedback.

Terapia cognitivo comportamentale

L’intervento in questo caso è finalizzato alla gestione dei tic, aumentando la consapevolezza dei segnali che li precedono ed educando a mettere in atto comportamenti alternativi meno evidenti o, eventualmente, imparare a convivere con la patologia.

Ovviamente non va tralasciata l’efficacia degli interventi psicoeducativi rivolti alla famiglia ed, eventualmente, alla scuola.

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