COSE’ LA PLUSDOTAZIONE

«La plusdotazione è un’asincronia dello sviluppo, nella quale elevate abilità cognitive e la capacità di svolgere le attività con notevole intensità si combinano per formare esperienze interiori e una consapevolezza che sono differenti dalla norma» (Colombus Group, 1991).

La plusdotazione è una caratteristica riscontrabile in circa il 2% dei bambini o dei ragazzi: i plusdotati rappresentano quindi una parte rilevante della popolazione in età evolutiva.

La plusdotazione non è un disturbo da diagnosticare e, attualmente, non esiste alcun manuale di riferimento o una serie di criteri universalmente accettati, sulla base dei quali sia possibile individuare oppure escludere la plusdotazione, nonostante con la nota Miur n. 562 del 3 aprile 2019 i bambini ad alto potenziale intellettivo siano stati riconosciuti all’interno dei Bisogni Educativi Speciali (BES). Manca inoltre una definizione univoca della plusdotazione. Tuttavia, occorre notare come sia ampiamente diffusa una visione “psicometrica” della plusdotazione. Secondo questa prospettiva, un elemento necessario, ma non sufficiente per la rilevazione della plusdotazione è una prestazione elevata ai test di intelligenza (QI superiore o uguale a 130) . Il QI non è infatti in grado di definire in maniera univoca la plusdotazione, ponendosi semplicemente come indicatore probabile della sua presenza.

Si possono invece elencare alcune delle caratteristiche frequenti negli individui plusdotati:

  • Imparano a leggere e a scrivere precocemente, molto prima dei loro coetanei;
  • Hanno ottima memoria e attenzione;
  • Imparano più velocemente degli altri, sono rapidissimi nella comprensione;
  • Associano in modo più complesso ciò che apprendono;
  • Spesso presentano impaccio motorio, sono goffi e maldestri ed hanno scarso interesse per le attività fisiche;
  • Hanno un pensiero molto creativo, originale e innovativo;
  • Usano il pensiero divergente e presentano elevati livelli di astrazione;
  • Hanno buone capacità di pensiero logico e analitico;
  • Possiedono buone capacità di problem solving;
  • Hanno alte aspettative di riuscita e tendenza al perfezionismo tanto da non accettare di compiere un minimo errore;
  • Vivono spesso la scuola con demotivazione in quanto i compiti proposti in classe risultano semplici e noiosi;
  • A livello sociale non sono compresi dagli altri bambini: usano un linguaggio diverso e hanno interessi diversi: ciò li porta a sentirsi inadeguati, talvolta a sviluppare disturbi dell’umore (depressione e ansia) e disistima;
  • Spesso preferiscono lavorare da soli e stare con bambini più grandi di loro;
  • Hanno spesso difficoltà nella gestione delle emozioni ed esprimono le emozioni in modo amplificato: ciò li rende estremamente sensibili e con minor autocontrollo.

Come è possibile spiegare le caratteristiche degli individui plusdotati sulla base delle loro peculiarità neuroanatomiche?

  • Le peculiarità neuroanatomiche degli individui plusdotati, rispetto alla popolazione generale, svolgono un ruolo fondamentale nelle loro esperienze amplificate, come ad esempio la bilateralità potenziata, una caratteristica neurobiologica tipica dell’elaborazione di informazioni. Quando viene messo di fronte a sfide più grandi, il cervello plusdotato mostra una maggiore attivazione cerebrale bilaterale.
  • Il cervello dei soggetti plusdotati sembra riflettere interconnessioni più forti rispetto al cervello “medio”, per cui una dotazione di schemi cerebrali più sofisticati si attiverebbe durante compiti cognitivi di livello superiore. I bambini plusdotati smettono di funzionare al loro pieno potenziale una volta acquisita la padronanza nel compito, motivo per cui sono spesso resistenti al lavoro scolastico ripetitivo.
  • Le aree del cervello essenziali per l’elaborazione delle informazioni emotive sono più larghe: questa espansione e la maggiore connettività citata nel punto precedente possono anche spiegare perché le persone plusdotate sembrano utilizzare in modo diverso e più frequentemente le informazioni emotive, in quanto queste ultime permeano tutte le aree del funzionamento intellettuale.
  • I bambini dotati dimostrano una rapida elaborazione delle informazioni, che richiede tipicamente molta meno ripetizione per l’apprendimento, anche se a volte, paradossalmente, appaiono più lenti per le risposte a domande di basso livello, presumibilmente perché tendono ad interpretare la domanda ad un livello di maggiore sofisticazione rispetto a quanto ci si aspetterebbe (Gross, 2004).

Alla luce di quanto descritto, quindi, è chiaro come l’individuo plusdotato abbia delle peculiarità che da un lato possono avere risvolti positivi, dall’altro, è evidente invece come queste diversità potrebbero invece essere la causa di disagio emotivo, scolastico e relazionale.

Risulta quindi necessario che sia i genitori sia gli insegnanti siano accuratamente informati in merito ai bisogni degli individui plusdotati.

È fondamentale inoltre che bambini o ragazzi plusdotati abbiano la possibilità di essere compresi ed aiutati a sviluppare le proprie potenzialità e a governarle al meglio nonché a compensare e potenziare eventuali difficoltà sociali o cognitive (nei casi di Doppia Eccezionalità).

Riferimenti bibliografici:

Kaufman, J. C., Kaufman, S. B., & Lichtenberger, E. O. (2011). Finding creative potential on intelligence tests via divergent production. Canadian Journal of School Psychology26(2), 83-106.

MIUR (2019). Nota n. 562 del 3 aprile 2019. Alunni con bisogni educativi speciali.

Stenberg, R. J., Jarvin, L., & Grigorenko, E. L. (2011). Explorations in Giftdness.

Pfeiffer, S. I. (2015). Essentials of gifted assessment. John Wiley & Sons.

Singh, H., & O’Boyle, M. W. (2004). Interhemispheric interaction during global-local processing in mathematically gifted adolescents, average-ability youth, and college students. Neuropsychology, 18(2), 371.

O’Boyle, M. W. (2000). Neuroscientific research findings and their potential application to gifted educational practice. Australasian Journal of Gifted Education, 9(1), 6-10.

 

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