Ci sono bambini con un’ottima intelligenza che però non riescono ad apprendere, se non con molta fatica, le abilità di lettura, scrittura e calcolo. Alcuni di questi bambini presentano un Disturbo specifico dell’apprendimento (DSA): Dislessia, Disortografia, Discalculia o Disgrafia. Altri bambini presentano un disturbo dell’attenzione o della comprensione, spesso associati ai disturbi di cui sopra.

Questi disturbi sono dovuti alla mancata automatizzazione di alcuni “moduli” cerebrali che portano il bambino ad eseguire con più lentezza e maggior numero di errori, la decodifica (trasformazione del segno grafico in fonologico nella lettura), la scrittura, le procedure di calcolo e di transcodifica numerica (es. traduzione di un numero in cifre in lettere e viceversa), così come nella qualità grafica della scrittura con esecuzione del segno grafico alterata fino a renderla illeggibile o estremamente lenta.

In una classe di 25 alunni, statisticamente, compaiono almeno 7-8 alunni con difficoltà di apprendimento di vario genere. Nella popolazione italiana la dislessia compare nel 4-6% dei bambini, spesso associata a discalculia e disortografia, mentre il disturbo di comprensione può arrivare anche al 25% di prevalenza nella popolazione scolastica.

I disturbi dell’Apprendimento hanno un importante impatto sia a livello individuale (frequente abbassamento del livello curriculare conseguito e/o prematuro abbandono scolastico nel corso della scuola secondaria di secondo grado), sia a livello sociale (riduzione della realizzazione delle potenzialità sociali e lavorative dell’individuo).

Tanti sono i processi cognitivi sottostanti a queste competenze, tra i quali le funzioni attentive ed esecutive (funzioni di inibizione, controllo, gestione delle risorse) e la memoria di lavoro sono le più importanti, tanto che questi aspetti caratteristici del profilo neuropsicologico dei soggetti dislessici sono concausa del perdurare delle difficoltà scolastiche conseguenti a deficit di lettura in età adulta, con problematiche scolastiche, emotive, sociali e lavorative (Penge, 2008).

La diagnosi di DSA può essere fatta solo da psicologi o da neuropsichiatri infantili; è necessario utilizzare dei test standardizzati che abbiano buoni standard di affidabilità e validità e lo specialista deve redigere un referto scritto indicando il motivo d’invio, i risultati delle prove somministrate e un giudizio clinico. La diagnosi certa di Dislessia può essere posta a fine 2° anno di scuola primaria, di discalculia a fine 3° anno di scuola primaria, ma l’assenza di alcuni prerequisiti per lo sviluppo di queste abilità e dunque per un intervento precoce riabilitativo avviene a partire dalla scuola dell’infanzia!

Una diagnosi neuropsicologica accurata permette di:

  • analizzare tutte le abilità sottostanti al processo di lettura scrittura e calcolo,
  • comprendere come da caso a caso sono coinvolti i diversi processi alla base degli apprendimenti,
  • stendere un profilo funzionale,
  • impostare ed effettuare un trattamento riabilitativo neuropsicologico efficace (statisticamente verificabile e clinicamente significativo, ovvero non dipendente dal normale progresso in assenza di trattamento che il bambino/ragazzo avrebbe comunque avuto) ed efficiente (ottenere i migliori risultati nel minor tempo possibile riuscendo anche a prevenire l’evoluzione di alcuni disturbi in altro quale disturbo della comprensione, disistima, perdita di motivazione, abbandono scolastico),
  • verificare l’efficacia del trattamento in itinere in modo da ottimizzarlo sull’esigenza del ragazzo e sulla sua velocità di miglioramento.

Il trattamento riabilitativo neuropsicologico è mirato alla riabilitazione delle componenti di base che hanno generato e/o aggravato il disturbo (attenzione, memoria di lavoro e funzioni esecutive) e successivamente alle funzioni specifiche deficitarie (lettura, scrittura, calcolo, ecc.) che poi generano altre difficoltà: essere lenti nella lettura può causare difficoltà di comprensione del testo scritto, rallentamento nel processo di studio e dunque risultati scolastici scadenti e demotivazione, con un rischio di abbandono scolastico una 1,5 volte maggiore che non per uno studente non DSA.

L’efficacia e l’efficienza dei trattamenti neuropsicologici per i DSA è molto elevata, come riportato nella letteratura scientifica, ed è indipendente dall’età del soggetto! Ciò che cambia con l’età è il tipo di  trattamento, il numero e la sequenza dei moduli riabilitativi, gli obiettivi scolastici o lavorativi desiderati. Un metodo di studio tarato sul profilo neuropsicologico di un ragazzo, inoltre, può compensare in parte ai deficit presenti dando il tempo al neuropsicologo di riabilitare i processi sottostanti in modo da favorire benessere e autostima, componenti necessarie del successo scolastico e lavorativo.

 

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