Due stati mentali che possono aiutare l’apprendimento

 

La confusione “produttiva”

La confusione non è necessariamente il segnale che è il momento di rinunciare a quanto si sta studiando.

Secondo uno studio recente, pubblicato su Learning and Instruction (D’Mello et al., 2012) potrebbe significare che l’apprendimento sarà molto più efficace.

Il senso di smarrimento di fronte a concetti complessi potrebbe essere il primo passo per un apprendimento di successo, piuttosto che un segnale di caos in testa.

La ricerca ha rilevato che gli studenti che hanno sperimentato confusione nell’apprendimento di idee complesse, in realtà li hanno applicati meglio in seguito.

Nello studio, ad un gruppo di studenti è stato insegnato un nuovo concetto nel solito modo: esponendolo correttamente e chiaramente. Ad un altro gruppo, invece, le informazioni date erano contrastanti e venne motivato a cercare di capire cosa fosse vero e cosa no.

I risultati hanno mostrato che gli studenti che si sono fatti strada attraverso la confusione hanno imparato meglio di quelli a cui era stato spiegato tutto esplicitamente.

C’è da chiarire però che la confusione di cui si parla nella ricerca è una “confusione produttiva” per cui la fonte della confusione è strettamente legata al contenuto dell’apprendimento e lo studente tenta di risolvere questo caos in un ambiente di apprendimento che gli fornisce un aiuto, in cui avvengono delle correzioni in corso d’opera.

Inoltre, in questo contesto di “confusione guidata”, gli studenti devono essere disposti a rischiare il fallimento e in grado di gestire le emozioni negative.

La confusione produttiva probabilmente aiuta l’apprendimento perché offre alla mente una sfida, andando a stimolare i legami cognitivi tra emozioni e apprendimento.

Dialoghi contrapposti per un apprendimento più ricco e sofisticato

Secondo un recentissimo studio pubblicato sulla rivista Psychological Science (Zavala et al., 2017) discutere con se stessi o con gli altri può essere un esercizio altamente produttivo: i ricercatori hanno scoperto che immaginare entrambe le posizioni di una discussione aiuta le persone a raggiungere una comprensione più profonda e più sofisticata della materia trattata.

Immaginando visioni contrastanti si ha una visione più completa del problema e questo influisce sul modo in cui le persone comprendono la conoscenza: costruire opinioni opposte porta a considerare la conoscenza meno come un fatto e più come una serie di informazioni che possono essere esaminate in un quadro di prove e alternative.

Nella ricerca, sessanta studenti hanno ricevuto informazioni riguardanti due candidati sindaco di una città in difficoltà. A metà è stato detto di costruire un dialogo tra i sostenitori dei candidati, e all’altra metà di scrivere un saggio valutando i meriti dei candidati. Entrambi i gruppi hanno poi scritto una sceneggiatura per uno spot televisivo a favore del loro candidato preferito. I risultati hanno mostrato che l’immaginare un dialogo ha portato ad un’elaborazione più profonda e completa delle due posizioni, e quindi una loro rappresentazione più ricca.

Il gruppo che doveva costruire il dialogo nella sceneggiatura ha:

▪ incluso più collegamenti tra problemi e soluzioni,

▪ identificato più critiche dell’avversario,

▪ integrato diversi problemi in un quadro di comprensione più profonda.

Da notare che anche l’interazione immaginata viene considerato come sostituto per lo scambio sociale effettivo e quindi anche il dialogo/discussione con sé stessi può essere utile per approfondire le proprie conoscenze e migliorare la comprensione e l’apprendimento.

Un’applicazione concreta di questi risultati nell’insegnamento può essere quella di fare tutto il possibile per incoraggiare e sostenere in aula dialoghi genuine su questioni critiche o assegnare compiti in cui venga richiesto allo studente di immaginare discussioni con tesi contrapposte.

 

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