Intelligenza emotiva e apprendimento
La ricerca scientifica ha portato alla luce un’importante connessione neurale tra sistemi emotivi e sistemi cognitivi, questo significa che le nostre capacità cognitive sono influenzate dal nostro stato emotivo.
Imparare a gestire le nostre emozioni può consentirci, non solo di vivere meglio, ma anche di riuscire maggiormente in quello che facciamo.
Tutto questo assume un valore rilevante nell’ambito pedagogico e dell’insegnamento, dove inizia a farsi strada l’esigenza di acquisire strumenti, che possano permettere all’alunno di sviluppare un maggiore equilibrio emotivo, migliorando la sua performance scolastica.
La risposta è sviluppare l’Intelligenza Emotiva, una capacità complessa, caratterizzata da:
“l’abilità di percepire, valutare ed esprimere un’emozione; l’abilità di accedere ai sentimenti e/o crearli quando facilitano i pensieri; l’abilità di capire l’emozione e la conoscenza emotiva; l’abilità di regolare le emozioni per promuovere la crescita emotiva e intellettuale” [Daniel Goleman, 1995].
In particolare, le ultime ricerche scientifiche hanno dimostrato che le emozioni ci aiutano a ricordare meglio, di conseguenza ciò che apprendiamo e poi ricordiamo è correlato alla costante presenza di emozioni. Un’emozione positiva può aiutarci ad apprendere, mentre un’emozione con connotazione negativa può portarci a non ricordare o ad evitare di apprendere.
Le emozioni sono risposte istintive ed automatiche, che spesso guidano il nostro comportamento, hanno una funzione adattiva molto importante, in quanto ci permettono di acquisire esperienza sul mondo, fornendoci degli elementi che ci aiutano a prevenire esiti futuri, cioè permettono di evitare ciò che non piace e a ricercare ciò che piace.
Se una situazione o un comportamento o lo studio di una materia scolastica, continua a rimandare feedback negativi, che suscitano emozioni negative, probabilmente si tenderà ad evitare quel comportamento, quella situazione o l’impegno in quella data materia scolastica.
L’emozione negativa suscitata dal risultato negativo, permetterà la creazione di associazioni automatiche che filtreranno la lettura della realtà, portando a costruire previsioni di esiti negativi, prima ancora di affrontare una determinata situazione o di mettere in atto un determinato comportamento:
“E’ inutile che studio matematica, tanto non prenderò mai un buon voto”, si creerà così una predisposizione “catastrofica” che, come sopra, guiderà la lettura della realtà.
Sviluppare l’intelligenza emotiva porta all’acquisizione di strumenti che consentono di analizzare in modo razionale la realtà, liberandosi da associazioni automatiche, filtri cognitivi distorti e pregiudizi.
L’obiettivo è quello di conservare la consapevolezza che ogni nuovo momento, ogni nuova situazione, ogni nuovo giorno è fonte di opportunità di nuovi inizi che possono condurre a risultati positivi, conferme e successi, previsti o inaspettati.