Una delle Cause del Conflitto:
Il vero problema della comunicazione è che ascoltiamo solo per rispondere
Molte volte non siamo veramente attenti a quella che è la base della comunicazione con un altro essere umano. Un incontro di due mondi diversi, ognuno con le proprie regole, con le proprie esperienze, con le proprie emozioni, con le proprie interpretazioni.
Patterson nel libro “ Conversazioni cruciali “ evidenzia molto bene come molte volte la causa del conflitto sia legata all’incapacità di comprendere e accettare che l’altro abbia una visione diversa dalla nostra e che possa essere in grado di motivarla, di sostenerla e difenderla, in base ai suoi sistemi di lettura della realtà e ai suoi bisogni del momento.
In realtà, per creare un punto di incontro che, rispettando le posizioni differenti, vada opportunatamente a ricercare degli obiettivi comuni, è necessario mettersi nei panni dell’altro, privi di un atteggiamento giudicante e aperti al cambiamento di prospettiva che il confronto potrebbe portare.
La nostra mente purtroppo non ci aiuta in tutto questo perché refrattaria al cambiamento e piuttosto “pigra” nell’ accettare nuove vie nel pensiero.
Quali sono le basi per poter comunicare sufficientemente con un altro adulto, un collega, un familiare, un amico che sia?
- Diamo innanzitutto la possibilità all’altro di accettare o di rifiutare una conversazione in quel momento anticipando lo scopo del nostro interesse a sentire la sua opinione e confrontarla con la nostra per giungere a una soluzione assieme
- La prima paura che un nostro interlocutore può percepire è quella che si celi un giudizio negativo da parte nostra rispetto al suo operato: è una paura che va sfatata immediatamente prima di iniziare qualunque tipo di comunicazione
- Come sentiamo noi stessi rispetto all’altro? C’è una sproporzione tra l’immagine di me e l’immagine che ho dell’altro? Questo potrebbe stabilire un rapporto su una dinamica di potere che non potrebbe favorire la collaborazione. Certe volte la nostra convinzione di essere inferiori ci porta a esagerare nel comportamento per affermarci sull’altro quando in realtà un rapporto equo è la base del rispetto e della collaborazione. E poi chiediamoci:” inferiore a chi? E perché mai?”
- Un’ulteriore minaccia per la comunicazione è la sproporzione tra l’immagine di me e la realtà. Dal punto di vista educativo possiamo aver ricevuto un imprinting svalutante con la conseguenza di sentire sempre il bisogno di compiacere o piacere all’altro. All’opposto potremmo aver ricevuto un’educazione mirata a non accettare criticamente i nostri limiti impedendoci dunque di entrare in un rapporto equo con un’altra persona. La colpa non è di nessuno ma se non prendiamo in mano la nostra visione del mondo potremmo non riuscire a stabilire relazioni a cui possiamo tenere molto, collaborative o affettive.
- È molto importante saper ascoltare in modo attivo con lo scopo di: cercare le implicazioni e distinguere i fatti da opinioni individuali ed evitare le barriere; distinguere il contenuto dall’ emozione sottostante.
- Vi sono quattro passi della comunicazione empatica che aiutano a stabilire un rapporto sereno con l’interlocutore: osservare senza giudicare; identificare ed esprimere i sentimenti; identificare ed esprimere i bisogni; formulare richieste. Come si vede bisogna essere molto attivi e desiderare effettivamente che la comunicazione vada in porto nel modo migliore possibile
- Nel caso si attivi un meccanismo di conflitto? Ci sono delle modalità che permettono di attenuarlo prima che diventi insostenibile. Queste modalità passano attraverso la richiesta di un chiarimento che permette a noi di non equivocare e all’altra persona di scegliere se attaccare oppure se mitigare quanto affermato e fonte di conflitto.
Nelle regole della comunicazione rientrano sicuramente tanti comportamenti che possono favorire una comunicazione efficace e persuasiva ovvero che comporti un cambiamento nell’altra persona nella direzione che noi proponiamo in un sistema win-win ovvero rispettoso dell’altra persona e di noi stessi con l’aspettativa del ritrovarsi su alcune posizioni comuni.
McGuire propone a tal proposito una serie di azioni comunicative sempre a favore di una comunicazione persuasiva e che conduca a un’azione comune condivisa tra le due parti:
- Si conquista l’attenzione dell’interlocutore adattando il nostro messaggio ai suoi interessi e attitudini;
- Un linguaggio chiaro ed esempi concreti migliorano la comprensione;
- Entusiasmo e prove pertinenti e verificabili stimolano l’altro a credere nelle idee che presentiamo;
- La ripetizione opportunamente distanziata nel tempo migliora la ritenzione del nostro messaggio;
- Per indurre all’azione, chiederlo espressamente;
Soffermiamoci un attimo a pensare quanto alcuni di questi consigli potrebbero favorire una comunicazione e un clima positivi, non privi di conflitto totalmente, ma mirato alla crescita , all’interno del contesto scolastico o familiare.
Non sono misure impossibili.
Vanno sicuramente sperimentate per il nostro benessere e per quello delle persone che abbiamo intorno: colleghi, familiari, alunni.
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