L’EFFICACIA DEL NEUROFEEDBACK NEL TRATTAMENTO DELL’ADHD

Nel trattamento del disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) le linee guida cliniche raccomandano approcci terapeutici multimodali, che combinano il trattamento farmacologico combinato a quello psicosociale (Daly et al., 2007). Tuttavia, questi trattamenti sono più efficaci a breve termine e la comunità scientifica concorda sul fatto che debbano essere sviluppati e valutati trattamenti che abbiano un effetto più duraturo (Van Doren et al., 2019).

Nella ricerca di un trattamento alternativo, tra i trattamenti non farmacologici si è affermato il neurofeedback (NFB) che mira a migliorare l’autoregolazione dell’attività cerebrale attraverso la modulazione di specifiche frequenze elettroencefalografiche.

Tra i training di NFB più usati nel trattamento dell’ADHD vi sono quello SMR (Ritmo sensomotorio), quello theta/beta e quello SCPs (Slow Cortical Potentials). L’uso di questi protocolli di training si basa su evidenze secondo cui i bambini con ADHD hanno deficit specifici rispetto a controlli sani: ad esempio presentano rapporti theta/beta più alti che sarebbero correlati alla disattenzione (Monastra, Monastra, & George, 2002).

Il training theta/beta con gli ADHD consiste nel ridurre l’attività theta dando un reward per l’aumento dell’attività beta. Invece, il training SMR ha un effetto positivo sulla regolazione dell’attenzione e riduce l’attività motoria, poiché l’SMR si presenta quando la persona è ferma.

Alcuni studi hanno mostrato che il training NFB ha alta probabilità di avere effetti clinici positivi e che determinati protocolli sono efficaci nel trattamento dell’ADHD (Arns et al., 2009). Infatti, il neurofeedback ha effetti positivi sull’attenzione e l’impulsività (e anche se in misura minore sull’iperattività).  Secondo i criteri stabiliti per l’efficacia di un trattamento, il neurofeedback per l’ADHD (che combina i protocolli theta/beta, SMR e SCP) può definirsi efficace, ovvero si assesta su un livello 5 su una scala di efficacia da 1 a 5.

 

BIBLIOGRAFIA

Arns, M., De Ridder, S., Strehl, U., Breteler, M., & Coenen, A. (2009). Efficacy of neurofeedback treatment in ADHD: the effects on inattention, impulsivity and hyperactivity: a meta-analysis. Clinical EEG and neuroscience, 40(3), 180-189.

Daly B.P., Creed T., Xanthopoulos M., Brown R.T. (2007). Psychosocial treatments for children with attention deficit/hyperactivity disorder. Neuropsychol Rev 17(1), 73–89.

Monastra, V. J., Monastra, D. M., & George, S. (2002). The effects of stimulant therapy, EEG biofeedback, and parenting style on the primary symptoms of attention-deficit/hyperactivity disorder. Applied psychophysiology and biofeedback, 27(4), 231-249.

Van Doren, J., Arns, M., Heinrich, H., Vollebregt, M. A., Strehl, U., & Loo, S. K. (2019). Sustained effects of neurofeedback in ADHD: a systematic review and meta-analysis. European child & adolescent psychiatry, 28(3), 293-305.

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