LONG TERM CARE E WELFARE AZIENDALE: lavorare per la serenità di chi lavora e ha genitori anziani

 

L’invecchiamento della popolazione è una grande sfida a cui l’Italia dovrà rispondere in modo puntuale essendovi un importante squilibrio tra la popolazione che invecchia e la natalità.

L’onere dell’assistenza ricade prevalentemente sulle famiglie che sempre meno sono in grado di assolvere questo compito essendo spesso nuclei familiari composti da genitori che lavorano entrambi e figli in età scolare o comunque non indipendenti. Ci troviamo così di fronte a una realtà di bisogni duplici che impattano pesantemente sulla qualità della vita delle famiglie stesse essendo difficile e molto impegnativo, emotivamente ed economicamente, l’assistenza ai genitori anziani e in contemporanea lo svolgimento del ruolo genitoriale.

Quali preoccupazioni dunque passano nella mente della persona che lavora mentre è al lavoro?

Quali sono gli aiuti che possono essere predisposti dall’azienda per favorire una migliore conciliazione tra i bisogni familiari, personali, e una ottimale presenza sul lavoro?

Sicuramente non bastano politiche di flessibilità temporali, in quanto la persona che lavora sembra “sfilacciarsi” tra bisogni dei figli e bisogni dei genitori. Serve un servizio integrato di supporto al bisogno di questa fascia abbastanza estesa di persone che si integri con una risposta più socio-sanitaria al problema.

Nel caso degli anziani questo potrebbe comportare una serie di misure che prevedono:

  • flessibilità dell’orario
  • videochiamate di conforto o di monitoraggio in orario di lavoro
  • supporto e addestramento psicologico e neuropsicologico del lavoratore nella gestione delle problematiche del genitore anziano orientandolo rispetto ai servizi, offrendo conoscenze specifiche relative alla gestione delle problematiche comportamentali, emotive, affettive e concrete delle persone che invecchiano sia in salute che in presenza di un iniziale deterioramento cognitivo e perdita di autonomia.
  • Aiuto nel reperimento di personale di assistenza che possa aiutare il genitore anziano quando i figli sono al lavoro
  • aiuto e supporto nella scelta eventuale di passare ad un inserimento in una struttura

Quale potrebbe essere un servizio innovativo di welfare aziendale sociale?

In base alla mia esperienza professionale un “caregiver” (persona che assiste un malato) addestrato a comprendere e rispondere in maniera efficace ai comportamenti di un genitore con iniziale o avanzato deterioramento cognitivo (es. demenza di Alzheimer, ma non solo) è fonte di serenità e di equilibrio per l’intera famiglia ed è dimostrato che riduce notevolmente la presenza di problematiche comportamentali gravi quali agitazione, aggressione verbale o fisica, vagabondaggio, problematiche di alimentazione e di sonno,…, nella persona malata.

Nella mia esperienza anche accompagnare la famiglia a gestire l’ambiente in cui vive il malato in “modalità protesica” ovvero adattandolo alle capacità cognitive presenti in quel momento, aumenta l’autonomia del paziente nel proprio ambiente di vita, ne aumenta la sicurezza, ne aumenta la dignità, con una ricaduta sulla serenità con cui il paziente vive la propria malattia.

Le principali preoccupazioni di chi è figlio di un genitore non più autosufficiente sono queste: sicurezza, serenità, risposte ai bisogni e alla dignità dei propri genitori.

Dunque è importante offrire una competente lettura delle difficoltà presenti in famiglia e nel malato. Ciò può essere perseguito attraverso un numero limitato di colloqui con un neuropsicologo esperto di invecchiamento e di demenza. E tale supporto può avvenire sia con un contatto diretto con il caregiver che attraverso un sistema di video consulto a distanza, perfettamente compatibile con gli orari e le mansioni svolte in azienda, così come potrebbe integrarsi con la rete di assistenza domiciliare integrata prevista nei casi di non autosufficienza dai comuni.

Alle aziende oggi viene chiesto di “fare rete” con il territorio, con i servizi presenti, pubblici e privati, con tutte le risorse che possano favorire il benessere delle persone entro e fuori l’azienda. Questa potrebbe essere una delle risposte possibili, ampiamente validata in molti contesti anche in modalità “a distanza”.

Autore: dott.ssa Carla Mogentale