Motivare i propri collaboratori e reggere bene la tensione e lo stress:
perché il gruppo è sempre più della somma delle sue parti!
«Che tu sia imprenditore, manager oppure un responsabile di un piccolo gruppo di persone, per ottenere dei risultati eccellenti devi prendere consapevolezza della relazione che sviluppi con i tuoi collaboratori.» G. Franco
Si deve essere sempre consapevoli che il prodotto di un buon gruppo di lavoro sarà sempre maggiore di quanto ogni singola unità potrebbe produrre singolarmente.
È dunque molto importante conoscere i quattro obiettivi principali che devono essere perseguiti per creare una collaborazione positiva tra le parti:
- Valorizzare ogni singolo elemento del gruppo in funzione delle sue caratteristiche, di quanto può portare al gruppo con la sua personalità o competenza, con le sue attitudini e convinzioni
- Aumentare la fiducia e rafforzare la squadra costantemente evidenziando gli obiettivi raggiunti rispetto a quelli da perseguire a breve medio e lungo termine e le conquiste che vengono effettuate: spesso infatti siamo molto più attenti agli errori e alle difficoltà presenti che non a gratificare e a riconoscere comportamenti risultati che vanno verso l’obiettivo comune
- Fornire delle soluzioni che possano far evolvere il gruppo in situazioni critiche o di conflitto tra le parti in modo che il conflitto sia mezzo di conoscenza reciproca e di confronto per risolvere all’interno del gruppo dubbi, perplessità, differenze di opinioni, una ricchezza di produzione intellettuale notevole. È importante che ogni persona si senta ascoltata per essere più collaborante e motivata al lavoro in gruppo. In base al principio di reciprocità di Robert Cialdini ciò costituisce un credito nel momento del conflitto eventuale
- Prevedere come gestire il fallimento del raggiungimento di qualche obiettivo, assumersi responsabilità legate al fallimento e portare il gruppo a “digerirlo” e a farne tesoro, nella logica che ogni fallimento avvicina sempre di più a raggiungimento dell’obiettivo finale, perché risolvere i problemi, prevedere i problemi, addestrare alla gestione dei problemi, ha un compito fondamentale che crea un rapporto di fiducia tra i collaboratori e chi li guida.
Spesso invece quello che si incontra è uno scontro di visioni, una rigidità di posizioni e di ruoli.
In questi casi si è soli, si cerca la collaborazione con altri colleghi ma non sempre si è fortunati. In questi casi sembra che si definisca una linea netta tra chi ha problemi a gestire un ragazzino o una classe e chi invece miracolosamente non ha nessuna difficoltà. Queste sono le situazioni nelle quali la collaborazione è ancora più importante ed è necessario che vi sia l’intervento di un referente, di un dirigente, di una terza persona, che accompagni i singoli a diventare gruppo almeno condividendo alcuni obiettivi di base nel rispetto del mandato istituzionale e del proprio ruolo.
La solitudine dell’insegnante che non può appoggiarsi a un gruppo di lavoro positivo lo candida ad un altissimo rischio di “burnout” ovvero la sindrome da stress cronico che porta a demotivarsi, a distaccarsi emotivamente del proprio lavoro per proteggersi dalla sofferenza, con ricadute sulla salute e sulla qualità della relazione con tutti gli altri esseri umani.
Serve dunque un leader, un mediatore tra le parti, qualcuno che imbocchi strade diverse, valorizzando la diversità delle componenti del gruppo e cercando di armonizzare rispetto agli obiettivi possibili.
Il lavoro di insegnante è un lavoro a contatto con persone, con bambini e ragazzi, fragili e influenzabili, e questo richiede una grande responsabilità ma non solo, si ha il privilegio di aiutarli nel formarsi un’identità, una mente critica, una curiosità accesa, il desiderio di sapere per essere liberi di scegliere.
In tutto questo non dobbiamo dimenticare l’importanza dell’apprendimento attraverso l’imitazione, una delle primarie forme di apprendimento, ovvero l’osservare un modello autorevole che gestisce le difficoltà.
La compostezza, l’equilibrio emotivo, la costante riflessione sulle proprie emozioni, pensieri, azioni, deve accompagnare questo importante mandato e il desiderio, anzi la necessità, di creare reali possibilità di collaborazione per offrire il meglio di sé in un processo di continuo apprendimento.
È importante comunicare con messaggi chiari, concisi e positivi, con competenza e fiducia in se stessi e nei propri colleghi.