Neurofeedback per ADHD: favorire la concentrazione nei bambini ADHD

L’ADHD è uno dei disturbi del neurosviluppo più comuni in età evolutiva. È caratterizzato da disattenzione, impulsività e/o iperattività e irrequietezza, tutti aspetti che interferiscono con il normale funzionamento del soggetto. Attraverso trattamenti specifici come il Neurofeedback per ADHD è possibile favorire la concentrazione del bambino senza ricorrere in cure farmacologiche. Ma vediamo brevemente cos’è l’ADHD.

Nel cervello di bambini con ADHD è stato osservato un ritardo maturativo globale di circa 3 anni nello strato più esterno della corteccia e in particolare nelle aree fronto-parietali e ventrali, fondamentali per le funzioni attentive. Ciò vuol dire che, rispetto a bambini di pari età, nei quali verso i 6 anni si sviluppa la capacità di concentrarsi su uno specifico compito, nei bambini con ADHD questa capacità inizia ad emergere circa 3 anni dopo, verso i 9 anni.

Attualmente, nelle linee guida internazionali, viene raccomandato un approccio multimodale e multidisciplinare (psicoeducazione, psicoterapia cognitivo-comportamentale, trattamento neuropsicologico e farmacologico) per trattare l’ADHD. Tuttavia, è molto comune tra i neuropsichiatri utilizzare il farmaco come intervento prevalente. In letteratura viene riportato, in seguito all’assunzione di psicostimolanti, il miglioramento dei sintomi primari dell’ADHD e l’attivazione di aree cerebrali che di solito sono ipoattivate. Tra gli effetti negativi dell’assunzione del farmaco viene invece ricordata l’assefuazione da farmaco e il fatto che esso ha effetto solo fino a quando si segue la terapia (illness-oriented method).

Negli ultimi anni la letteratura scientifica ha riconosciuto anche il Neurofeedback come un trattamento di livello 1 per l’ADHD (Sonuga-Barke et al., 2013), con dati di efficacia pareggiabili a quelli della terapia farmacologica. In particolare, rispetto alle terapie mediche tradizionali, in seguito a trattamento con Neurofeedback si è osservata:

  • la diminuzione delle difficoltà attentive, rappresentate da un eccesso di onde theta (slow wave activity)
  • La prevenzione della comparsa di attività epilettiforme o diminuzione nella frequenza, durata e intensità delle crisi epilettiche grazie ai training che aumentano il ritmo sensomotorio (SMR). Questi risultati si sono osservati non solo in coloro con diagnosi di epilessia, ma anche in coloro con attività epilettica non diagnosticata perché non raggiunge livelli clinici (il 10% dei bambini con diagnosi di ADHD).
  • Stabilità dell’umore e inibizione, grazie all’aumento delle onde high-alpha e SMR (11-15 Hz). Sia adulti che bambini diventano più calmi, meno impulsivi e più capaci di riflettere prima di parlare o agire.

Il Neurofeedback consiste in un training comportamentale che ha come obiettivo lo sviluppo delle abilità di autoregolazione dell’attività elettrica cerebrale, attraverso il feedback immediato e il rinforzo positivo/negativo. In particolare, per quanto riguarda l’ADHD, si insegna al bambino, attraverso il supporto di una strumentazione EEG non invasiva, ad inibire determinate frequenze cerebrali inappropriate (es. le onde theta) e rinforzare altre frequenze più appropriate (es. le onde beta). Inoltre, abbinando il Neurofeedback alla tecnica del Biofeedback, si insegnano al bambino alcune tecniche di respirazione e rilassamento che promuovono l’autoregolazione anche nelle situazioni di vita quotidiana (es. a scuola), favorendo la concentrazione e l’attenzione sostenuta durante lo svolgimento dei diversi compiti di apprendimento. Infine, al trattamento con Neurofeedbck viene affiancato l’insegnamento di strategie metacognitive che aiutino il bambino a diventare più consapevole di come apprendere e ricordare le cose in modo migliore (es. «apprendimento strategico», da applicare mentre esegue compiti scolastici).

In conclusione, nel lungo termine, il costo del trattamento con Biofeedback e Neurofeedback è quindi nettamente minore rispetto alla terapia farmacologica: infatti, le strategie acquisite permettono di mantenere uno stato di benessere lungo tutto l’arco di vita (health-oriented method).

Presso il Centro Phoenix è possibile effettuare valutazioni dell’attività psicofisiologica e neuropsicologica e intraprendere percorsi di trattamento che utilizzano l’approccio combinato Neurofeedback-Biofeedback.

 

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