Come riconoscere la capacità di pensiero astratto di tuo figlio
Quando si parla di disabilità intellettiva si sente spesso citare la difficoltà nel pensiero astratto che di frequente si trova associata a questa situazione di disagio.
Persone con questo tipo di disabilità, infatti, hanno particolari difficoltà a capire simboli, il significato di concetti astratti e in generale di tutto quello che richiede di staccarsi da un pensiero più pratico e legato al materiale.
Ma cos’è il pensiero astratto?
L’astrazione è difficile da delineare, e a seconda dell’ambito di indagine può anche variare nella sua definizione, ma si può dire che quando un bambino si rende conto che ciliegie, scarpe e guanti hanno qualcosa in comune (sono tutti a coppie) allora sta decisamente mettendo in atto un processo di astrazione.
Tipicamente un bambino piccolo inizia a “ragionare” in un modo analogico, legato alla realtà che lo circonda: vede le persone intorno che agiscono in un certo modo e capisce di poter e dover fare lo stesso.
Dall’esperienza passa al pensiero, attraverso un continuo scambio con il mondo in cui è immerso che gli permette di formarsi dei concetti e delle rappresentazioni mentali, veri e propri modelli della realtà che però vi sono del tutto slegati.
Per un adulto è più facile capire le implicazioni di un pensiero astratto, che in verità usa tutti i giorni. Un esempio, è quello del valutare quale pentola utilizzare per cucinare: è sufficientemente grande? Per rispondere a questa domanda ognuno sfrutta una serie di processi mentali che gli permettono di traslare gli oggetti, ruotarli e manipolarli solo al livello del pensiero per vedere se sia fattibile quello che vuole fare e come prima di farlo, e spesso senza farlo effettivamente.
Ai bambini serve tempo per sviluppare simili capacità.
Secondo Piaget, infatti, attraversano diverse tappe che permettono loro, una volta raggiunte, di andare avanti con il loro sviluppo e conquistare nuove abilità come quella di ragionare solo in termini astratti.
Proprio Piaget ha parlato delle azioni senza rappresentazioni, ovvero quei comportamenti che spesso traggono in inganno gli adulti facendo loro pensare che il bambino abbia raggiunto quel punto del suo sviluppo in cui possiede determinate abilità, mentre invece sta solo mettendo in atto delle azioni di cui non possiede alcuna rappresentazione mentale né astrazione.
Un esempio è il bambino che disegna uno scarabocchio che all’inizio sembra non rappresentare nulla, ma, se l’adulto prova a chiedergli cosa sia, spesso il bambino riesce a trovare una risposta.
È però in grado di farlo anche se non viene incoraggiato dal genitore?
Questa differenza all’apparenza banale può però dire molto sulle sue abilità di astrazione, già più probabilmente presenti se il bambino spontaneamente trova significato in un semplice scarabocchio, che a quel punto non è un semplice disegno, ma qualcosa di più simile ad un simbolo.
Il disegno così come molti giochi, soprattutto quelli del “far finta” sono fra le prime palestre dell’astrazione, che permettono così di riuscire sempre più a compiere operazioni mentali che non richiedono di essere irrimediabilmente legati al contesto pratico e a qualcosa di più materiale.
L’astrazione è importantissima nella vita quotidiana. Lo stesso concetto del denaro è astratto, e per chi ha difficoltà in questo tipo di ragionamento, può essere veramente complicato riuscire a capire cosa significhi “valore” quando questo è solo una convenzione.
Lo stesso accade con il tempo: come capire cosa sia un’ora, un minuto, un secondo, quando appare così difficile rappresentarsi un’idea così intangibile? Il tempo non può essere toccato, non può essere visto, rientra in quel genere di cose per cui è necessario avere una capacità di astrazione ben sviluppata.
Se le persone con sviluppo tipico possono modificare le situazioni grazie al solo pensiero, per persone con disabilità intellettiva questo non è altrettanto vero: avendo difficoltà con il pensiero astratto riportano diverse criticità nella vita di tutti i giorni, proprio perché è un’abilità utile in tantissimi contesti di cui spesso, nemmeno ci rendiamo conto.
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