Assistenza a casa o in casa di riposo? Qualità di vita, dignità e desideri della persona anziana
Quella di considerare la persona anziana vedendone solo gli aspetti negativi è, purtroppo, una tendenza abbastanza comune.
Alla fin dei conti, si tratta di individui che hanno già vissuto la loro vita, che ormai iniziano a diventare un peso sia per la famiglia sia per la società e che, tra non molto tempo, andranno incontro alla morte. Perché, quindi, ce ne dovremmo occupare?
Idee e pensieri come quelli appena esposti non sono così rari come si potrebbe pensare.
Ma le persone anziane non sono solo questo: sono individui come tutti noi, con emozioni, sentimenti, idee, pensieri e desideri che non possono non essere considerati e tenuti presenti.
Queste differenti visioni della persona anziana sono strettamente collegate al problema dell’istituzionalizzazione, problema con cui, prima o poi, la maggior parte delle famiglie si trova a dover fare i conti.
Si tratta di un tema delicato e in cui la decisione da prendere non è affatto semplice in quanto presenta sia pro che contro: tra i vantaggi, emerge sicuramente quello di garantire ai familiari dell’anziano una maggiore libertà, un minor carico assistenziale e una maggiore qualità di vita; tra gli svantaggi però, viene spesso sottolineato il fatto di dover affidare un proprio caro a degli sconosciuti (di cui ci si deve fidare a priori), limitandone la libertà e allontanandolo dalla sua famiglia di origine.
Durante questa importante scelta però i familiari spesso tendono a non considerare due elementi fondamentali: da un lato, i desideri e le volontà dell’anziano stesso; dall’altro lato il fatto che, una volta inseriti in una casa di assistenza, questi anziani continuano ad avere dei desideri, come quello di poter ancora avere una vita affettiva, di poter viaggiare, di essere più rispettati, di essere più considerati, interpellati e ascoltati, desideri che, purtroppo, cadono molto spesso nel dimenticatoio.
È quindi importantissimo che i familiari dell’anziano si pongano una serie di domande prima di prendere una decisione importante come quella sull’istituzionalizzazione e riflettano sui bisogni, la qualità di vita e la dignità del proprio caro.
Ovviamente, essendo la scelta influenzata da moltissime variabili differenti (presenza di una malattia degenerativa o altra patologia, risorse economiche e logistiche disponibili da parte della famiglia, legame di attaccamento con il proprio caro, differenti visioni del processo di invecchiamento e via dicendo), non è possibile avere una visione comune che metta d’accordo tutti gli individui.
In ogni caso, sia che si decida per l’assistenza domiciliare sia che si decida per la residenza assistenziale di cura, è importante sforzarsi per garantire alla persona anziana di passare gli ultimi anni della sua vita nel modo più dignitoso possibile.
In caso si decida per l’assistenza domiciliare, è possibile adottare tutta una serie di accorgimenti, sia ambientali che psicologici, per assistere in modo adeguato il proprio caro, chiedendo eventualmente aiuto ad uno psicologo esperto di invecchiamento.
In caso di istituzionalizzazione, è importante continuare ad essere, per l’anziano, la principale ancóra di salvataggio, un punto di riferimento stabile su cui poter contare: è importante esserci quando l’anziano prova tristezza, depressione o un sentimento di abbandono.
Oltre a ciò, è auspicabile, in caso si decida per l‘istituzionalizzazione, che i familiari dell’anziano diventino una risorsa importante su cui i servizi possano contare: è importante quindi che mantengano un atteggiamento di collaborazione e di alleanza, che collaborino ai progetti e alle attività organizzate dai servizi, non scoraggiandosi e non tirandosi indietro quando il senso di colpa (spesso presente) può indurli a mettere in atto comportamenti che ostacolano l’alleanza non solo con i servizi ma anche con il loro caro.
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