PLUSDOTAZIONE E PRESTAZIONI SCOLASTICHE
La definizione generale di plusdotazione si è evoluta nel tempo: da essere considerata in modo meccanico come la mera performance del quoziente intellettivo a definizioni che includono tratti quali abilità cognitive specifiche, creatività, impegno nel compito, motivazione al successo, potenziale di leadership.
In realtà, i gifted children (bambini plusdotati) si trovano spesso a dover affrontare problemi peculiari sia nell’ambito della socializzazione e sia nello sviluppo emotivo, soprattutto quando i bisogni scolastici non sono in linea con l’ambiente educativo. Nella scuola italiana, infatti, gli alunni ad alto potenziale non rappresentano ancora una tipologia di soggetti per cui sono previsti programmi e percorsi adeguati e in generale il fenomeno della plusdotazione risulta ancora poco conosciuto. Esistono anche diversi falsi miti riguardo ai gifted children, quali il pregiudizio che possedere un alto potenziale cognitivo comporti una garanzia di successo nella vita. È pur vero che i bambini gifted, se confrontati con i loro coetanei, mostrano livelli eccezionali di performance in diverse aree (abilità intellettiva generale, specifica attitudine scolastica, pensiero creativo, attitudine alla leadership, arti visive e dello spettacolo), tuttavia possono essere a rischio di “underachievement”: discrepanza tra rendimento scolastico e indici di capacità, come il Quoziente Intellettivo, e/o incorrere in problematiche connesse al disagio socio-relazionale. Inoltre, punto molto importante, sembra che il contesto di crescita e gli eventi della vita del bambino abbiano un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel mantenimento dell’alto potenziale.
La plusdotazione a scuola
Il tema della plusdotazione viene spesso messo in evidenza con l’ingresso alla scuola primaria: i gifted children sono bambini che si differenziano dai loro pari per la velocità con cui acquisiscono ed elaborano le informazioni e per le caratteristiche di personalità. In particolare, questi bambini presentano precocità e complessità nel linguaggio, elevata abilità di ragionamento astratto e di problem solving, ottima memoria, alti livelli di curiosità e di motivazione ad apprendere, alti livelli di energia motoria, reazioni emotive intense al dolore e alla frustrazione, elevata sensibilità e empatia; alti livelli di perfezionismo, difficoltà a regolare le proprie emozioni. I gifted childen, in generale, sono considerati bambini “con una marcia in più”. Purtroppo, capita spesso che questi bambini manifestino sintomi di disadattamento quando si trovano a dover stare ai ritmi della classe. Già nei primi periodi di scuola primaria le molte ripetizioni di concetti semplici, necessarie per arrivare all’acquisizione delle abilità di calcolo-lettura e scrittura, portano i bambini plusdotati a noia e demotivazione, con risvolti comportamentali non sempre positivi. In alcuni casi i bambini potrebbero avere atteggiamenti di ribellione verso gli insegnanti, in altri potrebbero prendere in giro i compagni ritenuti “lenti” e “poco svegli” in altri casi ancora potrebbero avere difficoltà ad accettare la propria diversità, con conseguente isolamento dal gruppo classe oppure tendenza al sottorendimento per cercare di omologarsi ai compagni, nascondendo le proprie potenzialità.
Altro aspetto da prendere in considerazione dell’alunno plusdotato, è riferito al fatto che l’alto potenziale non è sempre garanzia di successo scolastico, infatti avere un elevato QI non significa necessariamente riuscire bene in tutte le materie. Spesso abilità e interessi si concentrano in una o più aree specifiche, mentre possono avere prestazioni nella media, o al di sotto della media, in altre materie, per lo più a causa di perdita di motivazione, scarso impegno e/o interesse, mancanza di stimoli o di un contesto supportivo.
Alunni ad alto potenziale: come agire?
La prospettiva odierna vede la plusdotazione come il risultato dell’interazione tra geni e ambiente. I contesti di crescita (famiglia, scuola, società) e gli eventi della vita sembrano avere un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel mantenimento dell’alto potenziale.
Per quanto riguarda il contesto scolastico, gli studenti plusdotati necessitano che esso sia stimolante, che alimenti costantemente la sete di conoscenza, la creatività e l’autostima. Una continua carenza di stimoli dovuta a una plusdotazione non riconosciuta può determinare l’insorgere di problemi di comportamento e di adattamento.
Data questa premessa, sarebbe auspicabile che gli insegnanti, oltre ad una buona conoscenza delle caratteristiche dei bambini plusdotati, svolgano un’attenta osservazione in classe che permetta di coglierne l’unicità e la complessità, e imparare a riconoscere cosa c’è dietro i diversi comportamenti manifestati dallo studente (noia, isolamento, irrequietezza, perfezionismo, …). Una volta compresa la specificità di quel bambino, l’insegnante potrà adottare una serie di accorgimenti metodologici e didattici che favoriranno lo studente nel processo di apprendimento e permetteranno di avere anche ricadute positive sulla sua autostima e riduzione, se non scomparsa, delle modalità disfunzionali adottate in precedenza.
BIBLIOGRAFIA:
Olivieri, D. (2018). Modelli di plusdotazione e sviluppo dei talenti: i gifted children. FORMAZIONE & INSEGNAMENTO. Rivista internazionale di Scienze dell’educazione e della formazione, 16(2), 153-172.
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Reis, S. M., & Renzulli, J. S. (2009). Myth 1: The gifted and talented constitute one single homogeneous group and giftedness is a way of being that stays in the person over time and experiences. Gifted Child Quarterly, 53(4), 233-235.
Renati, R., Gualdi, G., & Zanetti, M. A. (2013). La relazione a supporto degli apprendimenti. L’insegnante e lo studente gifted. Psicologia dell’educazione, 2, 217-229.
Zanetti, M. A. (2016). Una doppia difficoltà in classe: i bambini ad alto potenziale. Journal of Applied Radical Behavior Analysis, 16-21.
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