“Mio figlio non presta attenzione! Sembra sempre nel suo mondo!”
Scopriamo insieme quali sono i sintomi dell’ADHD negli adolescenti e quali sono le azioni che possono essere adottate dai genitori.
Capita anche a voi di notare che vostro figlio adolescente ha dei comportamenti di disattenzione?
- Commette degli errori di distrazione nei compiti in classe che influenzano negativamente la carriera scolastica;
- Compiti noiosi e dettagliati risultano essere stressanti e spesso lasciati incompleti;
- Evita di svolgere i compiti a scuola e/o faccende di casa;
- Mostra affaticamento ed incapacità a rimanere concentrato per un periodo prolungato: ad esempio durante la lettura;
- Salta da una pagina all’altra del libro mentre sta studiando senza concludere nulla;
- Preferisce scegliere attività extracurriculari che richiedono meno attenzione prolungata;
- Si distrae facilmente da fattori esterni influenzando negativamente la resa al compito e il suo completamento;
- Di solito fa fatica a stare attento durante una conversazione o quando gli vengono date istruzioni;
- Ha difficoltà a pianificare;
- Perde le cose;
- Dimentica di portare a termine delle singole attività giornaliere come: inizia a sistemare la camera ma dimentica di fare il letto; dimentica gli appuntamenti con gli amici e così via.
Capita anche a voi di notare che vostro figlio adolescente ha dei comportamenti di iperattività e/o impulsività?
- Risponde a delle domande in modo incompleto;
- Interrompe spesso amici, genitori ed insegnanti mentre stanno parlando;
- Necessita di essere impegnato di frequente in attività fisiche intense;
- Ha difficoltà a stare seduto fermo, tenendo le mani e i piedi fermi;
- Non pensa alle conseguenze del suo comportamento, quindi a volte agisce in modo imprudente;
- È impaziente nell’aspettare i tempi degli altri;
- Mette fine a dei rapporti di amicizia o rapporti sentimentali improvvisamente;
- Perde la pazienza facilmente e si arrabbia;
- Può risultare aggressivo.
Tutti questi sintomi possono fare parte del Deficit d’attenzione e iperattività (ADHD).
Questo deficit è caratterizzato da difficoltà da parte del ragazzo di mantenere l’attenzione e la concentrazione per periodi di tempo prolungato. Inoltre questo quadro può prevedere la presenza di sintomi legati all’iperattività e all’incapacità di inibire comportamenti non opportuni per il contesto.
Solitamente questo deficit è presente fin dall’età prescolare e nel 50-70% dei casi questa sintomatologia rimane presente anche in adolescenza. In molti adolescenti l’iperattività si manifesta maggiormente come irrequietezza, nervosismo, impazienza e agitazione rispetto al mostrare un’eccessiva attivazione motoria come avviene invece nei bambini.
Nel 30% (khyati B, et al, 2016) dei casi di ragazzi che presentano questa sintomatologia si osserva la presenza di altri sintomi associati come:
- La presenza di comportamenti distruttivi;
- Relazioni famigliari disturbate;
- Una bassa autostima;
- Scarse attitudini sociali;
- Sintomatologia ansiosa;
- Difficoltà di apprendimento;
- Deflessione del tono dell’umore;
- Abuso di sostanze e alcool;
- Abbandono della scuola.
Cosa posso fare per aiutare mio figlio con ADHD?
- Favorire un ambiente famigliare sereno e coerente;
- Stabilire delle regole precise esplicitandone i benefici;
- Essere disponibili ad ascoltare ed accogliere le difficoltà riportate dal ragazzo;
- Incoraggiare il ragazzo quando ottiene risultati positivi a scuola o quando si comporta in modo adeguato al contesto;
- Rimproverare in modo efficace il ragazzo quando mette in atto un comportamento non desiderato. Spiegare dettagliatamente perché il comportamento non va bene; dare un’alternativa di comportamento che potrebbe usare la prossima volta in sostituzione a quello non funzionale;
- Considerare la possibilità di affidarsi a dei professionisti per poter intraprendere un percorso terapeutico mirato ad incrementare le capacità di autocontrollo comportamentale ed emotivo del ragazzo (Serrano-Troncoso E, Guidi M, Alda-Diez JA, 2013). L’obbiettivo del trattamento è di incrementare le abilità di gestione delle emozioni e di comunicazione, insegnando al ragazzo strategie comportamentali per aumentare la capacità di concentrazione e di inibizione di comportamenti poco funzionali al contesto. Durante il trattamento sarà molto importante lavorare sull’autostima del ragazzo, sugli aspetti emotivi e sociale per ridurre o prevenire sintomatologie associate.Inoltre durante il percorso di trattamento sarà importante fornire ai genitori strategie per la gestione del ragazzo a casa con l’obiettivo di favorire un benessere psico-fisico famigliare;
- Nei casi più gravi si consiglia di affidarsi al proprio medico di base e al proprio terapeuta per prendere in considerazione oltre che ad un trattamento psicologico l’uso di un farmaco psicostimolante (Serrano-Troncoso E, Guidi M, Alda-Diez JA, 2013). Il farmaco aiuta a regolarizzare il funzionamento di alcuni neurotrasmettitori (dopamina) implicati nei processi che riguardano la memoria di lavoro, la selezione delle informazioni adeguate e la capacità di inibire le risposte non adeguate.
La scelta dell’utilizzo del farmaco va ponderata perché presenta anche molti effetti collaterali come: riduzione dell’appetito, disturbi del sonno, comparsa o peggioramento dei tic, abuso di sostanze e maggior rischio di mettere in atto comportamenti socialmente a rischio una volta che si sospende la somministrazione del farmaco (khyati B, Schweitzer PH et al, 2016).
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