Quando la scuola ignora la precocità
Vi è mai capitato di scovare un talento tra i banchi di scuola? Di avere un alunno particolarmente acuto e brillante? Un bambino sempre alla ricerca di risposte sul mondo, curioso e intraprendente?
Molto probabilmente, quel bambino possedeva un alto potenziale intellettivo.
Ma questo bambino, che adulto è diventato? Ha sviluppato a pieno le sue doti e i suoi talenti? Ha mantenuto la curiosità e l’intraprendenza di quando era un alunno?
Le ricerche in merito ci forniscono alcuni dati; dati spesso allarmanti, che devono farci riflettere sulle metodologie e strategie educative utilizzate con questi studenti.
In particolare, diversi studi longitudinali ci riportano che il 50% di bambini che presenta, fin dalla tenera età, un alto potenziale cognitivo viene bocciato; il 33% presenta difficoltà alla fine della 3° media; il 17% hanno riportato una qualsiasi difficoltà nel corso del loro percorso di studi; il 43% interrompe gli studi dopo il diploma professionale; e solo il 40% dei ragazzi ad alto potenziale si laurea.
Come è possibile, che l’alto potenziale non sia sinonimo di un buon successo scolastico?
Quello che succede è che il bambino assimila velocemente le informazioni e i concetti, grazie alla sua maturità di ragionamento, al suo grande intuito e alla sua forte memoria. Quindi alla scuola primaria il bambino può non manifestare alcun tipo di difficoltà. Anzi!
Così, durante i primi anni di scolarizzazione, ci si dimentica di insistere su metodologie di apprendimento, sull’organizzazione del pensiero, e sulla pianificazione. E così, intorno la 3° media possono iniziare le prime difficoltà. Non essendo abituato ad uno sforzo attivo, il ragazzo ad alto potenziale, non sa più come fare, e non comprende le motivazioni del suo “improvviso” crollo scolastico. Manifestando così, in alcuni casi, opposizione e rifiuto verso l’apprendimento; e nei casi più gravi anche una vera e propria fobia scolastica.
Per questi motivi, forse la sola l’intelligenza non è sufficiente all’apprendimento. Sono necessarie anche strategie di insegnamento e didattiche personalizzate, che permettano al bambino ad alto potenziale di sviluppare a pieno le proprie capacità.
Il ritardo del sistema educativo nei confronti di questo argomento, compromette le possibilità di riuscita di questi bambini, ma causa anche uno “spreco di risorse”, e genera adulti insoddisfatti e frustrati.
Non occuparsi della precocità intellettiva, o ignorarla significa generare una nuova forma di difficoltà scolastica.
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