SVILUPPO DELLA LETTURA IN LINGUE AD ORTOGRAFIA TRASPARENTE E OPACA:
QUALI RELAZIONI CI SONO CON LA DISLESSIA?
La facilità con cui i bambini imparano a leggere dipende dal grado di trasparenza della lingua a cui sono esposti.
Le lingue possono essere di due tipi: trasparenti come l’italiano, lingua che si legge esattamente così come viene scritta e lingue opache come l’inglese, che differentemente dalla precedente viene scritta in un modo ma viene letta in modo differente.
Il compito di un bambino ad esempio di madre lingua inglese è molto più difficile in quanto, da un lato deve imparare le regole di conversione grafema-fonema, ma dall’altro deve anche imparare che non sempre queste regole sono rispettate (come nel caso di parole irregolari o di parole omofone non omografe), che devono basarsi solo sul riconoscimento lessicale. I bambini italiani invece devono imparare determinate regole che sono poi applicate alla lettura di tutte le parole.
Come avviene quindi lo sviluppo della lettura in bambini di madrelingua inglesi?
Questi bambini, parlatori di lingua ad ortografia opaca, imparano a leggere andando ad esaminare gli errori che compiono nelle prime fasi di acquisizione della lettura.
Il passaggio ad una buona lettura avviene con il raggiungimento di un certo grado di competenza fonologica, passaggio che avviene con una notevole differenza temporale nei diversi bambini. Queste differenze sottolineano quanto sia quindi difficile imparare a leggere se esposti ad una lingua ad ortografia opaca.
E nei bambini di madrelingua italiana?
Il fatto che la lingua italiana abbia un’ortografia trasparente, fa si che lo sviluppo di una lettura accurata avvenga più rapidamente di quanto avvenga ad esempio nelle lingue ad ortografia opaca. Infatti, alla fine della prima elementare, i bambini leggono correttamente più del 90% delle parole. Tuttavia, alla fine della prima elementare, la lettura dei bambini generalmente è lenta e talvolta sillabata. L’acquisizione di una certa fluidità infatti richiede tempo.
Per quanto invece riguarda la velocità di lettura, migliora sempre di più con l’età, all’inizio migliora più velocemente, poi rallenta e migliora con la pratica che permette di ottenere una lettura veloce e fluida. Far riferimento alle conoscenze lessicali aiuta molto nel migliorare la lettura, in tutte le lingue del mondo. Infatti la possibilità di accedere al lessico mentale favorisce un recupero veloce del significato.
Questo avviene a causa di due effetti:
- Effetto di lessicalità presente fin dalla fine della 2a elementare;
- Effetto frequenza: più sono esposto alla lingua scritta, più le rappresentazioni ortografiche si consolidano e diventano disponibili nel lessico mentale, in funzione della loro frequenza, ovvero del numero di volte in cui una data forma ortografica è stata incontrata;
- Effetto età di acquisizione: bambini più piccoli sono più rapidi a leggere le parole che per prime sono state apprese oralmente;
- Effetto immaginabilità della parola: i bambini grandi sono più veloci a leggere parole molto immaginabili, ma solo quando poco frequenti.
Il fatto che nella lingua italiana si osservino precoci influenze lessicali nella lettura sembra essere in contrasto con la visione diffusa per cui nelle lingue ad ortografia trasparente si apprende a leggere
prevalentemente basandosi su conversione grafemi-fonemi. Quindi, il lessico viene usato anche in Italiano, e il suo utilizzo comporta una maggior velocità di lettura. Spesso per valutare i disturbi di lettura in lingue ad ortografia trasparente si usa come parametro proprio la velocità di lettura, e non solo l’accuratezza, in quanto i bambini che parlano una lingua ad ortografia trasparente tendono ad essere più accurati ma meno veloci, a differenza di bambini che parlano una lingua ad ortografia opaca che tendono ad essere maggiormente veloci e meno accurati.
Ci sono rapporti tra Disturbo Specifico del Linguaggio e difficoltà di lettura?
Esiste una forte comorbilità tra la Dislessia Evolutiva e Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL), tanto che la presenza di quest’ultimo è considerata fino ad oggi, insieme alla familiarità, il predittore più affidabile della dislessia evolutiva.
Quando imparano a leggere, i bambini con uno sviluppo tipico sanno produrre correttamente tutti i fonemi della propria lingua da almeno due anni, mentre i bambini con disturbo specifico del linguaggio, producono ancora in età scolare, alterazioni fonologiche come inversioni) e sostituzioni.
I bambini con Disturbo Specifico del Linguaggio hanno quindi difficoltà nello sviluppo di abilità metafonologiche e hanno difficoltà a imparare a leggere e scrivere soprattutto nelle parole di cui non hanno ancora una buona rappresentazione fonologica. Inoltre, hanno un deficit anche nella memoria di lavoro fonologica, che consente il mantenimento della corretta sequenza fonologica della parola da leggere o da scrivere.
In generale possiamo dire che Disturbo Specifico del Linguaggio e dislessia sono due disturbi separati del neurosviluppo, che spesso però sono associati per il fatto che sono entrambi disturbi a base genetica.
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