Come Gestire il Wandering e la Demenza
Il termine vagabondaggio (wandering) descrive una serie di comportamenti riferiti ad azioni quali il camminare e la locomozione, ma sebbene sia uno dei sintomi più comuni nella demenza la mancanza di una definizione standard è ancora un problema.
Ad esempio, il vagabondaggio può essere definito come l’incapacità di una persona con demenza di orientarsi mentre cerca di portare a termine un obiettivo, un compito o cerca di soddisfare un bisogno: è un camminare senza scopo (Adekoya & Guse, 2019).
Sostanzialmente, la maggior parte delle ricerche concorda nel definire il vagabondaggio come una deambulazione senza scopo o disorientata, caratterizzata da lappare, camminare avanti e indietro, deambulazione casuale (Cipriani, Lucetti, Nuti & Danti, 2014).
Dal punto di vista dei BPSD il vagabondaggio è tra i più difficile dal punto di vista della gestione del paziente e della sicurezza.
Ecco, dunque alcuni consigli per evitarlo:
1) Con un tono calmo chiedere alla persona dove sta andando o chi sta cercando;
2) Rassicurare la persona che si trova a casa mostrandogli oggetti familiari, poi distrarla immediatamente con un’attività piacevole e interessante in modo da placare il suo impulso di vagare;
3) Cercare di mimetizzare/nascondere la porta coprendola ad esempio con un grosso poster;
4) Attaccare dei segnali sulla porta per dissuadere dall’uscire (come “stop” ,“non entrare”);
5) Assicurarsi che la persona faccia abbastanza esercizio fisico;
6) Chiedere alla persona se ha particolari necessità o bisogni, infatti il vagare può essere dovuto allo stress o a disagio fisico;
7) Non lasciare cappotti, cappelli, chiavi in bella vista e vicino la porta, poiché potrebbero scatenare l’impulso di uscire;
8) Assicurarsi che il paziente abbia sempre con sé un documento d’identità;
9) Installare delle porte con serrature difficili da aprire.
Alcuni studi mostrano che il vagare è più comune tra i pazienti con deliri (Lachs et al., 1992) e che manifestano stati ansiosi: infatti una persona ansiosa può muoversi nel tentativo di alleviare l’ansia o il disagio, ma tale motivazione può essere sconosciuta agli osservatori, quindi il camminare può essere percepito come privo di scopo (Kiely, Morris & Algase, 2000).
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