Come catturare l’attenzione della classe

 

Quando i ragazzi fanno fatica a seguire la lezione

Per insegnare un concetto serve spiegarlo, per capirlo serve ascolto e attenzione.

Peccato che sempre di più i ragazzi facciano fatica a seguire con attenzione in classe, ancor di più in didattica a distanza.

A te è mai capitato di fare fatica a coinvolgere la classe?

Ti è mai capitato di richiamare i ragazzi diverse volte nella stessa lezione perché stessero attenti, senza distrarsi o distrarre i compagni?

Rendere interessante un argomento, trasmetterlo con passione, suscitare interesse negli alunni è fondamentale per farsi ascoltare, risvegliare il senso critico e analitico, predisporre alla memorizzazione post-comprensione dei contenuti.

Ma qualcuno in classe che non ascolta innesca dinamiche strane…

Lo stesso argomento non può risultare piacevole a tutti, un elemento nel gruppo la giornata storta ce l’ha, può anche succedere qualcosa che distoglie l’attenzione. Insegnare è fare i conti con un sistema sociale di ragazzi che ha le proprie dinamiche e che è dato da più della somma dei singoli studenti. Questa è una regola ben conosciuta, quindi come si può fare?

Così come per imparare i trucchi di cucina si chiede ad un cuoco, così si può acquisire tecniche e strategie di public speaking per riuscire ad ottenere i risultati cercati quando si parla al gruppo classe.

 Quali strumenti servono per catturare e mantenere alta l’attenzione

Se è vero che l’insieme costituisce una nuova realtà con dinamiche proprie da gestire in modo abile, è altrettanto vero che nel rivolgersi a più di una persona si instaurano contemporaneamente più dialoghi singoli nei quali sono essenziali tutti i canali comunicativi (visivo, uditivo, cinestesico, analogico) e i linguaggi (verbale, non verbale, paraverbale). Si tratta di un’armonia relazionale che crea i presupposti per far giungere a destinazione i messaggi, l’insegnamento. Relazione che già viviamo, ma che consapevoli delle “regole del gioco” e padroni delle tecniche, diventa efficace, facile e divertente.

 E’ fondamentale dunque la scoperta delle dinamiche dialogiche così come le viviamo per intravedere come migliorarle, cosa utilizzare per farci ascoltare, attraverso cosa meglio comprendere i ragazzi.

Il non-verbale ci può aiutare. Gli alunni ci vedono e “ci seguono” tanto più utilizziamo la prossemica e  la gestualità in modo da attirare la loro attenzione e rafforzare i concetti espressi verbalmente.

Il para-verbale è fondamentale. Tono e ritmo sono accattivanti e scandiscono non solo il nostro esporre, ma anche il dialogo interno di chi ci ascolta, quindi la disposizione dell’altro ad apprendere.

Questi aspetti della comunicazione sono presenti e funzionano anche se non li conosciamo: padroneggiarli significa rendere più facile e soprattutto efficace il nostro lavoro.

Le strategie di esposizione, poi, permettono contemporaneamente di mantenere l’attenzione e di facilitare comprensione e memorizzazione. Sono strategie che incuriosiscono, accompagnano con il racconto, utilizzano i vari canali comunicativi, coinvolgono.

Così come per studiare un metodo ci permette di essere più produttivi, il metodo di comunicare ci rende più efficaci.