Un dialogo efficace
per una migliore gestione della classe
Per gestire al meglio una classe è importante avere un dialogo efficace con gli alunni: uno scambio che permetta di comprenderli, di trasferire loro concetti e di educarli.
Instaurare un dialogo efficace in classe e nella didattica a distanza risulta spesso complicato per problemi tecnici, ma anche perché ciascuno andrebbe accompagnato secondo il proprio modo di apprendere e messo nelle condizioni di esprimersi per ciò che è.
Molte famiglie, da parte loro, nutrono aspettative sempre più alte nei confronti degli insegnanti che ritengono capaci solo se sanno portare i loro figli ad ottenere i risultati che desiderano. Spesso pretendono e non collaborano, delegando anche la propria parte di responsabilità educativa dei ragazzi.
I bisogni dei ragazzi e il ruolo dei docenti
A te è mai capitato di fare fatica a gestire una classe?
O ti sei mai sentito stanco per la quantità assurda di energie impiegate a calmare i tuoi alunni?
O hai mai provato la sensazione di acqua alla gola per mancanza di tempo nello svolgere il programma?
Come ogni lavoro manuale richiede strumenti e abilità, così l’insegnamento è tanto più facile ed efficace tanto più ai docenti vengono dati “gli attrezzi” e vengono mostrate le modalità per “rendere magica, potente, la parola”
Attraverso la parola (dia logos), infatti, si può in-segnare, lasciare una traccia indelebile nella vita dei ragazzi.
Superare le difficoltà di gestione della classe attraverso un dialogo efficace è possibile
Il contesto, i programmi, le incombenze fanno sì che tutte le buone intenzioni spesso si infrangano di fronte all’ordinaria routine e all’atteggiamento a volte sfrontato, maleducato o irresponsabile dei ragazzi in classe.
Diversi stili di apprendimento, diverse basi di partenza, diversi stili educativi da un lato e la necessità di rispettare tempi, offrire a tutti le stesse opportunità, essere equi dall’altro complicano e affaticano l’insegnamento e le valutazioni.
Questa spesso è la realtà e proprio per questo servono le competenze trasversali. Queste sono chiamate “soft skills” e ci permettono di affrontare il lavoro con determinazione, consapevolezza, padronanza. In questo caso la competenza indispensabile è: saper utilizzare il dialogo efficace.
Così come saper ascoltare e cantare canzoni è intuitivo, se però voglio cantare in coro allora serve studio e allenamento. Allo stesso modo ciascuno di noi crescendo in un contesto sociale ha imparato a parlare con gli altri. Ma se si vuole utilizzare il dialogo come strumento di lavoro efficace, allora è importante che conosca le regole, le strategie, le tecniche.
Lo stesso concetto espresso in modi diversi ha effetti diversi. Il modo è dato da:
- il contenuto verbale, ossia la scelta di vocaboli, sintassi, metafore, allusioni;
- il paraverbale, ad esempio tono, pause, ritmo;
- il non verbale, vedi postura, gesti, movimenti, posizione nello spazio;
- strumenti grafici e sonori.
Lo stesso concetto trasmesso attraverso un canale di comunicazione (visivo, uditivo, analogico) o un altro o attraverso più canali contemporaneamente può essere appreso in tempi molto differenti.
Oltre alla tecnica esiste un altro fattore fondamentale di cui non possiamo non essere padroni: l’aspetto emotivo. Tanto più viene coinvolta la parte emozionale, tanto più l’apprendimento è rapido, efficace, duraturo.
Per un insegnante, quindi, appassionarsi e appassionare fa la differenza, ma per poter vivere le spiegazioni in modo creativo e spontaneo le conoscenze comunicative devono essere competenze acquisite.
Insegnare è una missione sociale: possiamo sapere cosa trasmettere, ma se cresciamo in professionalità nel come trasmetterlo, allora facciamo la differenza.